Lavinia conquista il Regno Unito: "Il violino? Amore a prima vista"

Il MusicWeb International ha recensito ‘Lieto ti prendo e poi’, il primo disco da solista di Soncini

Lavinia conquista il Regno Unito: "Il violino? Amore a prima vista"

Il MusicWeb International ha recensito ‘Lieto ti prendo e poi’, il primo disco da solista di Soncini

La carriera di Lavinia Soncini, classe 1994, nata a Ferrara, dimostra che nelle arti, i cosiddetti paletti, le distinzioni scolastiche sono più che discutibili. Soncini si muove tra il violino barocco e quello moderno con una disinvoltura che solo il puro talento può garantire. Se ne accorsero i grandi maestri Pavel Vernikov e Riccardo Muti. Se ne sono accorti anche nel Regno Unito, dove il prestigioso MusicWeb International ha da poco recensito il suo primo disco da solista, ‘Lieto ti prendo e poi’, uscito con la Da Vinci Classics, dove la violinista interpreta sei sonate di Giuseppe Tartini ispirate ad altrettanti sonetti del Tasso. Soncini conta esperienze con l’Orchestra giovanile Cherubini, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia e quella del Teatro Comunale di Bologna. Collabora inoltre con ensemble quali Accademia Bizantina, Il Pomo d’Oro, Accademia dell’Annunciata.

Soncini, nel suo ambito, la possiamo considerare una delle migliori in Italia?

"Dipende da cosa intendiamo per ambito. Ultimamente, quello che ho fatto di più rilevante è legato alla musica barocca, ma l’ho scoperta intorno al 2017. Il violino moderno mi accompagna da sempre e lo fa tuttora".

Ci parli del disco con le sonate di Tartini ispirate al Tasso

"Per me, che sono ferrarese, questo progetto, nel suo collegamento col Tasso, ha un significato ulteriore. Il disco è stato una vera sfida: il mio primissimo da solista, con un repertorio non comune. Sta andando molto bene, è stato recensito anche nel Regno Unito e mi hanno comunicato che è diventato registrazione del mese".

Come inizia la storia musicale di Lavinia Soncini?

"Da piccolissima, a 4 anni, mia nonna iscrisse a un corso dove veniva applicato il metodo Suzuki, che accompagna i bambini nell’insegnamento musicale. Per il violino è stato amore a prima vista".

Poi il conservatorio a Ferrara e ad Adria. Diplomata con lode e menzione di merito a soli 18 anni. Quando ha iniziato a frequentare anche l’Oltralpe?

"Sin dai 14-15 anni. Era arrivato il momento di mettere il naso fuori Ferrara. Mi iscrissi a una masterclass, a Lucca, dove incontrai Pavel Vernikov. Ho iniziato a studiare con lui. Lo seguii a Vienna, dove insegnava all’università privata e d’estate teneva dei corsi che potevo seguire. Durante l’anno stavo al conservatorio, durante l’estate volavo a Vienna".

Dopo il diploma e dopo un periodo a Bruxelles, inizia a suonare con la Cherubini del grande maestro Riccardo Muti. Che personaggio è?

"È unico. Feci con lui una primissima produzione al Teatro Real di Madrid: fu la mia prima esperienza con la Cherubini. Non esistono personalità come la sua al momento: gli insegnamenti che dà ai suoi cherubini, come ama definire i suoi giovani musicisti, rimangono per sempre".

Il suo è un gran peregrinare… e il rapporto con Ferrara?

"A Ferrara ci abito. Comunque, sono legata alla mia città per tanti fattori. Ho da poco parlato con Dario Favretti, direttore organizzativo di Ferrara Musica: è probabile che entro il prossimo anno porterò a Ferrara il recital che si riconduce al mio disco. Se avverrà, ne sarò felice: sono felice di suonare nella mia città"

Violino è anche sacrificio

"Non conoscerai pace se avrai un violino tra le mani. Ti accompagnerà per sempre: ti chiede molto; ti dà di più".

Francesco Franchella