Vedi Michele Padovano e ripensi a momenti storici per il calcio di casa nostra, a quegli anni Novanta in cui si rese protagonista con la maglia della Juventus. Il gol contro il Real Madrid in Champions, e poi, sempre nel 1996, la rete dal dischetto nella finale di Roma contro l’Ajax, che consegnò il trofeo ai ragazzi di Lippi. In quel momento, Michele Padovano, uno dei migliori amici di Denis Bergamini ai tempi del Cosenza, aveva fatto tredici al Totocalcio, e non si sarebbe mai immagino diciassette anni di bufera giudiziaria, dal 2006 al 2023.
L’ex calciatore bianconero, che in questi anni non ha mai saltato le iniziative in ricordo di Bergamini, ieri si è presentato a Boccaleone assieme al figlio, che non a caso si chiama Denis e che è nato pochi anni dopo la tragedia dell’ex compagno.
Sorrisi, un abbraccio commovente con Donata e tante pacche sulle spalle con gli amici di un tempo. "Sono felice che sia stata ristabilita la verità attorno alla morte di Denis – sono state le sue prime parole ieri mattina –, perchè nessuno di noi ha mai creduto nemmeno per un attimo alla tesi del suicidio. Lo scorso ottobre gli è stata restituita la dignità che meritava un uomo come lui. Qui c’è tutto il gruppo che giocava con lui a Cosenza, un gruppo che è sempre stato unito e solido. E’ solo il primo passo, il primo grado, ma è un grande passo. La scelta di chiamare mio figlio proprio Denis? Con lui ho sempre avuto un rapporto speciale, mi sono sentito di farlo".
Michele Padovano è anche un altro, l’ennesimo, simbolo di una giustizia che troppo spesso commette errori e si perde in indagini che durano anni, mentre nel frattempo la vita delle persone ne esce sconvolta. Oggi è un uomo libero e innocente, ma profondamente provato dalla vita. Nel maggio del 2006 venne arrestato, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Torino su di un traffico di hashish, con l’accusa di avere un ruolo nell’organizzazione a delinquere che gestiva lo spaccio. Scontò 3 mesi in prigione e 8 ai domiciliari, in attesa di giudizio, e finalmente nel gennaio del 2023 il processo d’appello bis lo assolse definitivamente da ogni accusa. Per tale vicenda giudiziaria, ad oggi non ha ricevuto nessun risarcimento dallo Stato italiano. "Ho sempre ringraziato in questi anni i giudici – conclude l’ex giocatore della Juve – che hanno analizzato le carte del mio caso e mi hanno assolto. E nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia".
Mauro Paterlini