REDAZIONE FERRARA

"L’alluvione? L’argine dell’Idice è troppo basso"

L'ex dirigente regionale Claudio Miccoli denuncia la mancata manutenzione delle opere idrauliche a Argenta, causando rischi di alluvioni e criticità nel governo del territorio.

L'ex dirigente regionale Claudio Miccoli denuncia la mancata manutenzione delle opere idrauliche a Argenta, causando rischi di alluvioni e criticità nel governo del territorio.

L'ex dirigente regionale Claudio Miccoli denuncia la mancata manutenzione delle opere idrauliche a Argenta, causando rischi di alluvioni e criticità nel governo del territorio.

"La mancata manutenzione delle opere strutturali e degli alvei sono elementi pregnanti nella definizione della sicurezza idraulica e del governo del territorio e ancora oggi si rilevano gli elementi che definiscono inequivocabilmente questa mancanza gestionale". Lo afferma l’ex dirigente regionale Claudio Miccoli (nella foto), del Servizio Tecnico di Bacino Po di Volano e della Costa che aggiunge "non completare la realizzazione dell’argine sinistro dell’Idice lasciandolo più basso di 3 metri per svariati chilometri prima dello sbocco in Reno non poteva che causare le alluvioni che hanno devastato il territorio Argentano. Un palese inadempimento rispetto al progetto approvato e finanziato interamente".

Sostiene che l’aver abbassato, di circa 2 metri, con gli ultimi interventi del 2023, la quota di sfioro della chiavica Accursi senza alcuna definizione scientifica e senza il coinvolgimento dei privati "sia una cosa d’altri tempi e oggi inaccettabile". La mancata gestione delle sponde del fiume Idice per Miccoli è causata dalla "scelta politica di includere all’interno della zonizzazione della ReteNatura 2000, zone SIC e ZPS, ampi tratti del fiume sia nel bolognese, ma soprattutto in tutto il tratto Argentano, impedisce di operare da marzo a luglio e di attuare tagli significativi della vegetazione, ma solo selettivi". Non migliore la situazione della vegetazione nel tratto di fiume Idice a valle della chiavica Accursi e fino allo sbocco nel fiume Reno "totalmente ingestita, l’alveo si presenta infatti – dice - totalmente occluso con piante ad alto fusto".

Stigmatizza come dalla realizzazione, nel 1940 "non si sono ancora verificati casi di chiusura del Chiavicone per evitare il rigurgito di Reno nell’Idice – segnala ancora - i cui argini nel tratto terminale, non sono mai stati portati alle quote di progetto ossia alla medesima quota degli argini di Reno, per cui il Reno entrerebbe in Idice e poi nel territorio di Argenta, situazione ovviamente drammatica al solo pensiero". Piccola afferma come "la situazione risulta invariata per quanto riguarda la mancata manutenzione delle chiaviche Cardinala e Brocchetti che al gennaio 2024 risultano non solo non funzionanti, ma addirittura - prosegue - in palese stato di abbandono, cosa incredibile ed inaccettabile per delle opere idrauliche pubbliche realizzate a presidio del territorio". Infine suggerisce "che tutto il tratto dell’Idice debba essere totalmente pulito soprattutto fino allo sbocco in Reno in quanto, l’inevitabile innalzamento della quota a causa del muro di vegetazione presente nel tratto argentano, causerà un uscita preferenziale e prolungata di acqua dalla chiavica Accursi sulle terre oggetto dell’attuale disastro che potrebbero raggiungere i quasi 2000 ettari".

Claudio Castagnoli