NICOLA BIANCHI
Cronaca

L’agriturismo inghiottito dall’acqua: "Perso tutto, ma pronti a ripartire"

La rottura dell’Idice ha allagato i terreni a partire dal parco della pieve e per chilometri. "Danni immani". I soci dell’Agrilocanda Val Campotto: "Salvati i nostri animali, attorno a noi grande catena di solidarietà".

L’insegna ’Agrilocanda Val Campotto’ di Argenta sembra abbassarsi lentamente, come inghiottita da sabbie mobili. "Un centimetro l’ora", dice Sebastiano, uno dei soci del locale, stivali ai piedi e gigantesca tuta in gomma.

Ferrara, 26 ottobre 2024 - Il dramma di Campotto. La zona alluvionata che si trova nel comune di Argenta, in provincia di Ferrara, è completamente sott’acqua da diversi giorni. Il maltempo qui ha picchiato violentemente e, a causa della rottura dell’argine del fiume Idice (uno squarcio di oltre 50 metritra sabato e domenica scorsi, l’acqua ha inondato tutti i campi e l’area circostante.

Leggi anche: Campotto, nuova piena in arrivo. Baldini: "Invito a non avvicinarsi"

Il sindaco di Argenta Andrea Baldini è sul posto insieme ai tecnici, al personale del Consorzio di bonifica renana e della Regione Emilia Romagna per cercare di far tornare la situazione alla normalità, anche se come spiega lo stesso sindaco in un post sui social “serviranno settimane” per scolare l’ingente quantità d’acqua che ha ricoperto l’area.

Impressionante la strada provinciale 47, che porta verso Molinella, scomparsa nell’acqua. Drammatica la situazione dell’antica Pieve di San Giorgio, monumento storico costruito nel 567 e prima testimonianza della cristianità in provincia, che rischia di affondare. Anche le attività produttive della zona hanno subito danni incalcolabili: l’agriturismo ‘Agrilocanda Val Campotto’ è stato letteralmente inghiottito dalle acque, mentre l’apiario ‘Valli di Argenta’ con la sua produzione biologica del ‘Miele del Casetto’, su 74 ettari di terreno, è stato spazzato via.

Approfondisci:

Temporali in arrivo, estesa l’allerta arancione in Emilia Romagna: le previsioni meteo

Temporali in arrivo, estesa l’allerta arancione in Emilia Romagna: le previsioni meteo

In realtà è l’acqua che sale, che cresce, che fa sempre più paura. L’acqua sputata fuori con disprezzo da quello che era il letto originario dell’Idice, fiume che tra sabato e domenica ha rotto gli argini creando uno squarcio di oltre 50 metri. "Un disastro e non sappiamo quando finirà". Sebastiano, assieme ad Angelica, Alessandro e Fabio, rilevarono il locale tre anni fa creando una vera e propria chicca di agriturismo.

"Qui – racconta lei – facciamo campi estivi, compleanni, capodanni, abbiamo 11 camere per gli ospiti e 80 posti a sedere per pranzi e cene". Prodotti rigorosamente fatti in casa grazie ai frutti dei terreni attorno e agli animali.

"Abbiamo due cavalli, un asino, conigli, galline, maialini che per fortuna siamo riusciti a salvare. Quasi tutti...".

Ogni centimetro quadrato, compresa via Maria Margotti, è solamente acqua mista a fango. "Sabato – riprende Sebastiano – avevano quattro ospiti, tutti evacuati per l’arrivo dell’alluvione. Abbiamo cercato di salvare il salvabile, ora stiamo lottando per tenere il più asciutta possibile la cucina, per il resto sono andati sotto magazzino, ristorante, il laboratorio dei prodotti senza glutine".

La forza dell’acqua dell’Idice ha travolto ogni cosa, si parla di una rottura dell’argine che supera abbondantemente i 50 metri
La forza dell’acqua dell’Idice ha travolto ogni cosa, si parla di una rottura dell’argine che supera abbondantemente i 50 metri

Nell’aria, tra le migliaia di fastidiose mosche che paiono impazzite, si sente solo il rumore delle pompe idrauliche che aspirano liquidi dai locali cucina per poi buttarli fuori. "Abbiamo messo sacchi e paratie, se entra l’acqua anche lì, il danno sarebbe ancora più devastante". Per i frigoriferi, i piani cottura, gli abbattitori e tutto il resto della strumentazione. Già, i danni. Quanti? E quando si inizierà l’inizio della risalita? Sebastiano scuote la testa: "Solo per la centrale termica, saranno 30mila euro. Qui siamo sopra i 150-200mila euro, ma è presto per fare una stima".

Ma ’Agrilocanda’ è anche sinonimo di famiglia e forza. Con i quattro ragazzi, lavorano una ventina di dipendenti, dall’altra sera tutti riuniti a portare ognuno il proprio mattoncino. E ieri, attorno alle 13, avevano imbandito una tavolata sullo spicchio di asfalto rimasto ancora secco di via Margotti per mangiare un boccone e tirare il fiato. Tra battute e sketch. Perché da queste parti il sorriso non è stato inghiottito dall’acqua. Mai.

Squilla un cellulare. "Qui è come essere al mare, oggi manca solo il sole...", scherza uno dei ragazzi godendosi una sigaretta stropicciata e umida, sdraiato su quello che era un lettino del giardino dell’agriturismo. "La squadra è fantastica – riprende Sebastiano –, i sacrifici in questi anni sono stati immensi, ora dovremo ricominciare". Non, però, da soli. Con le decine di amici accorsi a prestare aiuto materiale – compreso l’intero consiglio della Coldiretti con il segretario della zona di Argenta e Portomaggiore, Alessandro Vacchi –, lunedì è stato attivato un crowdfunding capace di raccogliere in un giorno e mezzo oltre 18mila euro.

A poco più di una manciata di chilometri, verso Argenta, c’è Enrico Lateniesi, proprietario di quello che era il bar ’Più o meno’, nel cuore del parco della pieve di San Giorgio. Area che sembra non esistere più, letteralmente mangiata da un metro di acquitrino. "Qui – dice sconsolato accanto a un collaboratore che lo aiuta a caricare i resti del locale su un furgone – è tutto da buttare. Dall’alba stiamo facendo la spola con un barchino, ma non si è salvato niente. Il 4 agosto 2023 avevo aperto investendo tutti i miei risparmi. Ripartirò, ma sicuramente non più qui al parco". Intanto l’acqua dietro di lui gorgoglia e sale ancora, mentre dal cielo ci si mette pure la pioggia.