L’addio a Daniele Lugli Sulla bara colori di pace "Un saluto di gratitudine"

Sala del Commiato gremita, toccanti testimonianze di chi l’aveva conosciuto

L’addio a Daniele Lugli  Sulla bara colori di pace  "Un saluto di gratitudine"

L’addio a Daniele Lugli Sulla bara colori di pace "Un saluto di gratitudine"

Certosa. Sala del Commiato gremita, ieri, per l’ultimo saluto a Daniele Lugli. Fuori, una folla di amici, conoscenti, ex colleghi, compagni di lotta non violenta. Tutte persone – presenti anche gli ex sindaci Gaetano Sateriale e Tiziano Tagliani – che hanno condiviso la militanza politica, civica, il percorso istituzionale. Daniele amico, marito, compagno, padre, nonno. Daniele assessore, mago per i bambini, ‘mortivo’ digitale per se stesso, autore.

E’ stato l’attore Fabio Mangolini a leggere le testimonianze di chi con lui ha condiviso, oltre che la vita, il senso dell’esistenza. E così l’atmosfera inizialmente gravida di dolore si è via via alleggerita con il racconto di aneddoti. Daniele che presentava i suoi libri prima di averli scritti, Daniele che passava da partiti grandi a partiti sempre più piccoli, Daniele che sapeva parlare alle piazze come a pochi intimi, Daniele che non riteneva nessuna iniziativa ‘tempo perso’. A Daniele, il Maestro, che con il sorriso si è battuto sempre per un mondo più umano, trovandosi a vivere invece in un mondo, l’attuale, in cui la guerra si era riaffacciata. Una bara sobria, allestita con fiori, su cui campeggiava la sua foto sorridente appoggiata su una bandiera della pace inneggiante alla non violenza. Attorno a lui, ieri, si respirava autentica commozione ma anche speranza, la stessa che lui trasmetteva. La sensazione, unanimemente espressa, era quella di una sua uscita di scena senza preavviso. "Ci hai fatto un ultimo scherzo", qualcuno mormorava. E ancora: "Cosa direbbe Daniele se fosse ora qui?", si è chiesto pubblicamente un amico, rispondendosi che "lui non avrebbe guardato oltre". Ecco, la lungimiranza, la lucidità, la pacatezza, queste le doti che tutti gli hanno sempre riconosciuto, ieri come quando lo si incrociava per le strade della città. E se il senso della vita è nella traccia che si lascia negli altri, i famigliari, la moglie Rossana, la figlia Chiara, la nipote, tutti i suoi affetti più cari, avranno la certezza che la sua presenza rimarrà oltre il ricordo. Con la Lettera di religione di Aldo Capitini, distribuita all’ingresso, lo hanno salutato gli amici del Movimento non Violento. "A te che sei oggi davanti a noi come morto, porgiamo un saluto di gratitudine per tutto ciò che hai fatto da vivo e per tutto ciò che continuerai a darci in eterno".

Camilla Ghedini