Adesso che i lavori sono ormai finiti Sebastiano Tundo, alle redini con un gruppo di amici dell’Agrilocanda Val Campotto, fa un po’ di conti. "L’alluvione, la doppia alluvione in realtà perché l’acqua ha invaso la struttura per due volte e quasi quaranta giorni – precisa – ha provocato un danno che oscilla intorno ai 300mila euro. E’ un calcolo a spanne, ma non siamo certo lontani dalla cifra".
Sarà questo un periodo di riposo forzato per tutti. Sebastiano, Angelica, Alessandro e Fabio e i loro dipendenti trascorreranno il Natale a casa, lontano dalle pentole e dai fornelli dell’agriturismo di Campotto. "Abbiamo qualche serata nell’ex villa della Cmr a Filo – precisa – ma adesso ci fermiamo. E’ per noi l’ultima fatica poi a gennaio, qualche giorno dopo la Befana, apriamo i battenti di nuovo. Si riparte". Avrebbero potuto festeggiare il Natale con il taglio del nastro della rinascita. Ma ci si sono messi anche gli sciacalli. "Hanno portato via un bel po’ di roba, danno che si è sommato a danno. Una beffa che ci ha rallentato ancora, di nuovo ci siamo rimboccati le maniche per ripartire. Ma era impossibile riuscire ad aprire le porte per le feste ormai, così a questo giro ce ne stiamo a casa. Poi daremo di nuovo il via ai motori, sarà una bella ripartenza. Ne sono sicuro". Un esempio il loro di resilienza. La prima ondata d’acqua e loro già lì con le pompe per cercare di asciugare, notte e giorno sotto una tenda per evitare i furti. Poi, una maledizione, la seconda ondata. "L’acqua entrava dalle finestre, la strada era bloccata. A quel punto abbiamo dovuto lasciare la tenda, ci siamo fermati". Gli sciacalli no. "Sono passati anche altre volte, ma non hanno trovato più nulla da portare via". Non sono mai stati soli, si è formata una catena di solidarietà. "Hanno raccolto per noi 50mila euro, una dimostrazione d’affetto di una comunità. Anche per loro dobbiamo ripartire".