Si avvia verso il patteggiamento la vicenda giudiziaria che vede protagonista un avvocato settantenne ferrarese accusato di aver ‘gonfiato’ le parcelle per la propria attività di amministratore di sostegno di una persona invalida, arrivando a intascarsi oltre 133mila euro. Il caso è approdato ieri mattina in tribunale davanti al giudice Silvia Marini e al pubblico ministero Ciro Alberto Savino. Per prima cosa, l’imputazione è stata riqualificata: si passa dall’ipotesi di reato di peculato a quella di truffa aggravata. Dopodiché le parti hanno esposto il loro accordo sulla pena di un anno e quattro mesi. Ascoltata l’istanza, il giudice ha aggiornato l’udienza per valutare il patteggiamento. Si torna dunque in aula il 19 febbraio per la decisione.
L’inchiesta. La lente degli inquirenti è puntata su alcuni episodi accaduti tra il 2017 e il 2018. Ma prima un passo indietro. Nella primavera del 2014 il legale era stato nominato dal giudice tutelare amministratore di sostegno di una persona con disabilità. In questa veste avrebbe presentato al magistrato una serie di domande per la liquidazione di compensi per attività stragiudiziali, finalizzate a far ottenere la pensione al proprio assistito. Tuttavia, secondo l’accusa, tali richieste erano state redatte in forma generica e con la stessa causale, solo con qualche piccola aggiunta qua e là. Abbastanza comunque per ottenere dal giudice tutelare l’approvazione al prelievo del denaro dal conto corrente dell’assistito. Un via libera che, sempre secondo le conclusioni della procura, l’indagato avrebbe ottenuto in maniera fraudolenta. Nel corso del tempo, il professionista si sarebbe dunque intascato diverse somme di denaro, alcune approvate in maniera postuma, altre in via preventiva.