Quando una signora dalla prima fila gli chiede come mai quella cravatta rossa, il vicepremier Matteo Salvini sorride. "Non me la tolgo più per altri quattro anni", la battuta, il pensiero alla recentissima vittoria di Trump oltre Oceano, in America. "Non c’era un sondaggio che lo desse vincente, eppure...", un altro sorriso. La sala del Kafè Bacchelli è gremita, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti varca l’ingresso intorno alle 18,15. Al tavolo, al suo fianco, il sindaco Alan Fabbri. Poi Davide Bergamini, parlamentare della Lega, Fabio Bergamini, consigliere regionale del Carroccio, gli altri candidati Chiara Montori e Alessia Bulgarelli, assessore del comune di Lagosanto. In piedi, a fianco al tavolo Nicola Lodi, assessore comunale di Ferrara. Salvini, appena qualche minuto di ritardo, affonda subito. "La Lega non cancellerà certo il diritto allo sciopero, ma farò in modo che questa sia l’ultima volta che milioni di persone sono costrette a subire questi disagi. Questo non è uno sciopero dei trasporti, è il caos". Di nuovo un riferimento, dagli Stati Uniti alla Liguria. "Anche lì ha vinto il buon governo. E con queste elezioni dobbiamo riuscire a portare il buon governo di Ferrara nella Regione Emilia Romagna. Qualche sindaco di sinistra deve venire a Ferrara ad imparare". Un applauso, che si fa scrosciante quando ricorda quello che è successo a Ferrara, la vittoria del 2019, il cambiamento di una città. Dice, il riferimento è al Gad, "Quel quartiere che era così, è diventato adesso così". E ribalta la mano, mostrando il palmo. Lodi ricorda le sue battaglie, annuisce, applaude. Di nuovo il pensiero alla sfida elettorale, alla competizione tra la candidata Elena Ugolini, civica sostenuta dal centrodestra, e Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, candidato del centrosinistra e Civici. "Non giochiamo per partecipare – scandisce le parole il vicepremier – ma per vincere. L’Emilia è una terra meravigliosa, straordinaria, di gente laboriosa. Che ha avuto un po’ di problemi. Il terremoto non si può certo prevedere, ma l’alluvione... ". Poi una prima sferzata. "Gli argini devono essere sistemati, non si può non fare niente perché c’è la tana di una nutria". Poi un’altra stoccata. "Il sindaco di Bologna ha dato la colpa ai commercianti che non pulivano i tombini". Ancora un salto nel passato, alle campagne elettorali per conquistare la Regione. "Campagne elettorali in camper. E’ più bello giocare quando parti magari svantaggiato. Davide è riuscito a sconfiggere Golia. In Liguria abbiamo vinto per 7mila voti, i 4mila voti che magari faranno la differenza possono nascere qui, a Ferrara".
Il ministro si sofferma sul ferroviere accoltellato nei giorni scorsi, la sua "colpa" quella di aver chiesto i biglietti. "Mi sono messaggiato con lui. L’Italia è piena di stranieri per bene". Ma ribadisce la necessità di "mandare a casa un accoltellatore egiziano". Dall’immigrazione ai giudici. Il 20 dicembre ci sarà l’udienza del processo Open Arms. "Sono alcuni giudici e la sinistra che rendono l’Italia insicura, per colpa di qualche giudice che fa politica. Hanno chiesto sei anni di carcere per un ministro che ha bloccato gli sbarchi, riducendoli del 90%, dimezzando il numero di morti in mare. Non volevo certo una statua equestre in piazza a Ferrara, ma non avrei mai pensato di andare a processo, in tribunale da imputato".