"Quando siamo giunti a Pomposa 30 anni fa, con fratelli e sorelle che vivevano assieme, capelli e barbe lunghe, non mangiavano carne e dormivano per terra, alcune persone del luogo hanno presentato una petizione per mandarci via". Con l’innata simpatia don Stefano Gigli ha ripercorso, domenica al termine della messa, i sei lustri della presenza dei Ricostruttori nella preghiera a Pomposa, ricorrenza sottolineata dalla presenza del vescovo Monsignor Giancarlo Perego. L’arcivescovo di Ferrara Comacchio ha ricordato come i Ricostruttori in 30 anni "con loro carisma sono stati un dono per questa comunità e per tutta la chiesa ferrarese, l’ascolto e la meditazione della Parola é il punto di partenza della spiritualità dei Ricostruttori per andare incontro al bisogno di preghiera e ricerca interiore, spesso inconsapevole, dell’uomo contemporaneo". Monsignor Perego ha inoltre sottolineato come "non un ascolto della Parola fine se stesso, ma per costruire una relazione che riscopra la nostra interiorità il cuore". Ha inoltre evidenziato come i Ricostruttori "hanno fatto del comandamento dell’amore l’itinerario per entrare in profondità in noi stessi ed essere liberi davvero, valorizzando anche l’esperienza dell’esicasmo, una pratica ascetica del cristianesimo orientale che favorisce la ricerca della pace interiore, in unione con Dio e in armonia con il Creato". I Ricostruttori hanno promosso anche la creazione di associazioni che dell’aiuto agli altri ne hanno fatto una missione, tanto che oggi, con le realtà associative del "Mantello" e "Buonincontro", aiutano 87 famiglie, realizzato un Emporio Solidale, occasioni di lavoro e di conoscenza della lingua italiana per gli extracomunitari. Sempre don Stefano ha poi ricordato come la loro missione sia quella di far conoscere e diffondere "la preghiera del cuore - ha detto - poiché la mente mente, ma il cuore non può mentire. Noi crediamo che per avvicinarsi allo spirito santo occorra passare dal cuore amandole per quello che sono, senza giudicare. All’inizio non c’era nessuno che partecipava alle nostre meditazioni e – ha continuato il Ricostruttore – ed oggi non abbiamo più spazi sufficienti per ospitare tutti coloro che lo chiedono". Infine ha ricordato come fu monsignor Luigi Maverna a chiedergli "di venire a Pomposa ed alla domanda sul perchè rispose, me lo ha suggerito lo Spirito Santo". Lo scrosciante applauso di una chiesa gremita rispetto alle poche persone di anni fa, ha suggellato l’importanza dei Ricostruttori.
cla. casta.