Dieci proposte per promuovere la sanità pubblica e migliorare il sistema sanitario regionale, in particolare l’accesso alle cure, partendo dal presupposto fondamentale che la salute delle persone rappresenta la prima ricchezza, per loro stesse e per le comunità di cui sono parte. Il candidato dem alla presidenza della Regione, Michele De Pascale, ha presentato ieri pomeriggio all’Hotel Astra un decalogo sulla sanità davanti ad una folta platea e a diversi esponenti del Partito Democratico, dall’assessore al bilancio Paolo Calvano al segretario provinciale Nicola Minarelli, passando per Marcella Zappaterra e i sindaci di Argenta e Cento, Andrea Baldini e Edoardo Accorsi.
"Il mondo della sanità non si ferma mai, non ci potevamo presentare con un foglio bianco su un tema cosi importante – le parole di De Pascale –, il nostro è un documento aperto che portiamo alla discussione della comunità. Sono dieci cose che ci proponiano di affrontare e discutere coi cittadini, e a metà del mese di settembre diventeranno il nostro programma per i prossimi cinque anni: è bene che si sappia che il sistema sanitario nazionale sta crollando ed è vicino alla soglia del collasso, la garanzia di una salute universalistica e decorosa è a rischio. Noi siamo chiamati ad una battaglia politica per il finanziamento del Ssn, personalmente non ho alcuna fiducia sul fatto che questo governo metta il finanziamento della sanità pubblica come una sua priorità".
L’Emilia-Romagna come eccellenza sul tema della salute, De Pascale ne è sicuro: "Dobbiamo porci nell’ottica di salvare la sanità pubblica regionale anche in un contesto nazionale del genere, il nostro obiettivo deve essere garantire il migliore standard di cure possibile ai cittadini: per fare questo, appunto, abbiamo scritto dieci punti, che stanno già uscendo modificati dalle assemblee che stiamo facendo in giro per la regione: ciò testimonia quanto gli emiliano-romagnoli tengano alla sanità pubblica. I temi fondamentali sono la promozione della salute e la prevenzione, l’Emilia-Romagna può essere il luogo più forte sulle politiche di prevenzione: fare in modo che le persone si ammalino di meno non è una presa in giro, si può fare. E poi diagnosticare le patologie nel minor tempo possibile, ovviamente: uno dei mali del nostro sistema è l’appropriatezza, c’è chi ha realmente bisogno di un esame o di un’ecografia ma c’è chi può farne a meno, e questo sta nell’umanizzazione delle cure, nel rapporto tra medico e paziente. Un altro muro da abbattere sarà quello fra il mondo sanitario e quello sociale: molto spesso non riusciamo a dare un fine vita rispettoso alle persone anziane, se la rete sociale non funziona al primo problema si finisce in pronto soccorso: è un aspetto su cui lavorare".
Jacopo Cavallini