MATTEO RADOGNA
Cronaca

La provocazione diventa arte: "Scrivo sulla carta igienica, perché i miei racconti nobilitano qualsiasi cosa"

Da pittore a scrittore, Maurizio Boccafogli ha sempre voluto stupire attraverso le sue opere "La mia ultima creazione, ’Sono senza parole’, è un libro dove c’è soltanto la punteggiatura".

La provocazione diventa arte: "Scrivo sulla carta igienica, perché i miei racconti nobilitano qualsiasi cosa"

Da pittore a scrittore, Maurizio Boccafogli ha sempre voluto stupire attraverso le sue opere "La mia ultima creazione, ’Sono senza parole’, è un libro dove c’è soltanto la punteggiatura".

Jack Kerouac scelse di scrivere su un rotolo di 36 metri il suo romanzo iconico ‘Sulla strada’ per non interrompere il getto creativo. A Ferrara, non proprio sulla stessa strada dello scrittore statunitense, c’è un artista, sicuramente meno famoso, ma ugualmente fantasioso. Stiamo parlando di Maurizio Boccafogli, che ha deciso di scrivere mille racconti su altrettanti rotoli di carta igienica con l’intento di unire arte e letteratura. Anche l’ultima fatica dello scrittore e pittore ferrarese si può collocare al confine tra espressione artistica e narrazione. Il libro, infatti, del titolo ‘Sono senza parole’ raccoglie i suoi racconti, che sono stati privati di articoli, aggettivi, nomi, verbi, soggetti e complementi. In pratica, aprendo il testo, oltre ai fogli bianchi, è rimasta soltanto la punteggiatura. Insomma, un’altra trovata di Boccafogli.

Con questa operazione lo spirito graffiante dell’artista ha voluto mettere nero su bianco, una frase, ‘Sono senza parole’, già sentita diverse volte da coloro che non sapendo definire o giudicare un qualche cosa di insolito, di originale si esprimono con quell’espressione. Boccafogli non nasconde di essersi ispirato ad altre opere artistiche: "Mi riferisco ad esempio al ferro da stiro con chiodi di Man Ray, l’orinatoio ’Fontana’ di Marcel Duchamp il quale sosteneva che qualsiasi opera firmata ed esposta doveva considerarsi opera artistica. Nella stessa direzione va la tela lasciata completamente in bianco ‘un non colore’ di Kazimir Malevic, il primo taglio sulla bianca tela vergine di Lucio Fontana poi inventore dello spazialismo e tanti altri". La vita di Boccafogli potrebbe costituire la trama di un film: all’età di 36 anni smette di fare l’agente di commercio per dedicarsi alla pittura come autodidatta. In breve si fa apprezzare per essere un artista versatile, eclettico, originale, Boccafogli colpisce per la sua poliedricità, la voglia continua di sperimentazione e d’indagine del non conosciuto. Con lo stesso successo, poi, si dedica alla letteratura, grazie ai suoi avvincenti racconti fatti di realtà ma anche di tanta immaginazione. Boccafogli è sempre riuscito a stupire, il suo vero obiettivo. E per chi volesse osservare alcuni dei suoi capolavori letterari basta passare davanti alla vetrina della Caffetteria del Corso. Nel 2016, del resto, l’artista fu protagonista di una mostra alla biblioteca Bassani e alla caffetteria del castello Estense con i suoi quadri contornati da mille rotoli di carta igienica stampati con i racconti della serie “I racconti di Tolimbo” e “Farfalle in pullover”. Perchè l’arte non ha confini e Boccafogli ne è la dimostrazione, grazie alla sperimentazione continua che lo porta a raccontare in mille modi la realtà.

L’artista si descrive: "Faccio parte dei pittori contemporanei e realizzo le mie opere dal 1987. Mi sono proposto in mostre collettive e personali a Cervia, Ferrara, Forli’, Argenta, Voghiera, Marina di Ravenna, Parma, Porto Garibaldi, Fidenza, Milano, Cortemaggiore, Bologna, Suzzara, Padova, Bosco Chiesa Nuova, Bondeno e Budrio. Nel 1994 sono stato selezionato al XXXIV premio Suzzara ed ero presente con uno stand personale ad Arte94 Padova". Poi l’amore per la letteratura, soprattutto per i racconti dove non manca l’ironia di un uomo che ha visto da vicino il mondo e le sue contraddizioni. Tra le sue opere, oltre ai “Racconti di Tolimbo”, dove mostra ironia e irriverenza per la quotidianità, c’è anche “Caro Daniele”, una lettera scritta al suo primo nipote per raccontargli la storia della sua vita e gli eventi storici successi quando era ancora piccolo.

Boccafogli si definisce un artista pop: "In una delle mie più grandi mostre a Padova nel lontano 1994 avevo uno stand tutto mio con una serie di opere seriali dipinte con colori acrilici. Opere che puntavano l’attenzione, nella situazione della società di oggi, con i suoi problemi. Una pittura impegnata, con intenti morali e sociali, non moralistici, interrogandosi sui fatti di cronaca, sull’immaginario virtuale e sulle innovazioni, con riflessioni in chiave artistica, decifrando il complesso universo dell’informazione e quello della formazione della realtà". E ancora: "In quella mostra esponevo una serie di disegni eseguiti con pastelli, completando l’esposizione con una importante installazione, formata da una impalcatura lunga cinque metri e alta due e quaranta, contenente mille rotoli di carta igienica sui quali c’erano i miei racconti, che ho depositato presso le biblioteche Bassani e Ariostea".