E’ stata nominata Alfiere del lavoro, ieri mattina dal presidente Mattarella, Chiara Pirazzini, studentessa di 19 anni di Argenta, diplomata con lode al Liceo artistico ‘Nervi-Severini’ di Ravenna. Chiara, nata a Lagosanto, vive ad Argenta e ha ottenuto la media del 10 nell’ultimo quadriennio. Dopo la maturità, ha continuato il suo percorso di studi a Bologna, dove frequenta la facoltà di Filosofia. Il riconoscimento le è stato consegnato ieri al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nell’ambito della nomina di 25 Cavalieri del Lavoro.
In quel contesto sono premiati al Quirinale anche i migliori studenti d’Italia, gli Alfieri del lavoro: si tratta di giovani che hanno appena terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti, segnalati dai dirigenti scolastici. Istituito nel 1961 in coincidenza del centenario dell’Unità d’Italia, il Premio "Alfieri del Lavoro" è promosso dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro ed è destinato ogni anno a 25 studenti che abbiano terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. Il numero dei premiati è legato a quello dei Cavalieri del Lavoro, a rimarcare la continuità dell’impegno nello studio e nella vita. Agli Alfieri del Lavoro va l’attestato d’onore e la medaglia del Presidente della Repubblica.
Chiara, cos’ha provato durante la cermonia al Quirinale?
"E’ stata una grandissima emozione – racconta al Carlino – ricevere il premio dalle mani del presidente della Repubblica e in uno dei palazzi più belli e affascinanti d’Italia. Mi tremavano un po’ le gambe, per fortuna avevo al mio fianco mia sorella gemella, Camilla".
Uscita con una media favolosa, non ha proseguito gli studi d’arte, ma si è iscritta a Filosofia all’Università di Bologna. "Non mi andava di continuare con la pittura, ho scelto filosofia per coltivare meglio la passione politica e al contempo mantenere un legame con la storia dell’arte".
Cosa rappresenta questo premio per il suo futuro?
"Mi sprona a continuare a studiare e a mantenere viva la passione politica. In casa si mangiava pane e politica: mio padre Paolo è stato sindaco di Fusignano, mia madre Monica Zamboni consigliere comunale, ora dipendente comunale ad Argenta. E anch’io nel mio piccolo sto percorrendo le orme dei miei genitori. Sono stata eletta in consiglio comunale in giugno, nelle fila del Partito democratico, il più giovane consigliere dell’intera assemblea civica".
Ci vuole raccontare della battaglia combattuta e vinta quando era al Liceo artistico per ottenere il congedo mestruale?
"Sono sempre stata molto male con il ciclo, non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto e quando sono stata eletta rappresentante ho pensato che potevo trovare una soluzione per tutte le ragazze che soffrono come me a ogni mestruazione. Inserisce tra le deroghe relative al numero di assenze che possono compromettere la validità dell’anno scolastico, che già comprendono la malattia, la "dismenorrea certificata" e concede di presentare un solo certificato del medico che la attesti. All’epoca avevo 17 anni, ho condotto un’indagine a scuola, insieme ad altre ragazze ho raccolto una trentina di testimonianze, tradotte in una proposta che ho portato al Consiglio di Istituto, che l’ha approvata. La deliberazione è stata recepita anche da una trentina di Licei in tutta Italia e mi risulta che è stata depositata come proposta di legge da parte del Pd e di Alleanza Verdi e Sinistra in Parlamento".