"La mancanza di giustizia scaraventa le vittime in un limbo. Non le fa più vivere"

Da anni Lucia Panigalli, dopo essere stata massacrata di botte dal suo ex compagno, combatte la sua battaglia: "Serve un cambiamento culturale" .

"La mancanza di giustizia scaraventa le vittime in un limbo. Non le fa più vivere"

"La mancanza di giustizia scaraventa le vittime in un limbo. Non le fa più vivere"

"La mancata giustizia ti scaraventa in un limbo, sei costantemente in attesta della giustizia che ti è dovuta e che per un motivo o per un altro non c’è stata. Questo non ti permette di ricominciare a vivere pienamente. Avere giustizia significa avere il terreno solido sotto i piedi per voltare pagina e ricominciare a vivere". Lucia Pani galli (foto) vive questa condizione di giustizia negata, e quindi di vita non ripresa dal 2010, quando rientrando a casa fu massacrata di botte dal suo ex compagno, Mauro Fabbri. Episodio per cui lui fu arrestato e per il quale è stato condannato a 8 anni e sei mesi. E’ uscito di carcere nel 2020. Mentre si trovava in carcere, però, organizzò un piano per farla fuori, accordandosi con un compagno di cella per ucciderla in cambio di qualche migliaio di euro e un trattore. Da queste accuse, però, Fabbri è stato assolto grazie all’articolo 115 del codice penale, perché è stato ritenuto un ’delitto teorico’, in quanto il potenziale killer si ritirò.

Ma l’idea di ucciderla era comunque nella testa del cosiddetto mandante, cioè il suo ex?

"Certo. E io vivo con questo incubo, ma si deve capire che abolire l’articolo 115 è un passaggio fondamentale per difendere anche le donne. Vede tornando alla mancata giustizia, è come se a me e a quante si trovano nelle mie stesse condizioni, venisse negata la possibilità di tornare a vivere. È un po’ come se fossi stata moralmente e socialmente uccisa".

I casi di stalking e e maltrattamenti sulle donne non diminuiscono: circa venti denunce alla settimana in provincia di Ferrara?

"Vede il senso di impunità che emerge da una magistratura che non funziona, da molte sentenze contraddittorie: ergastolo in primo grado e magari undici anni in via definitiva, certo non rappresentano un deterrente. Anche se stiamo parlando di ossessioni, perché questo è, l’uomo dice ’Lo voglio fare e lo faccio’ perché l’uomo segue e asseconda la sua ossessione".

Neanche l’introduzione del codice rosso ha posto un freno come si sperava 5 anni fa quando è entrato in vigore?

"Direi proprio di no. Anche perché oltre a prescrivere che la vittima deve essere sentita entro tre giorni, che cosa ha apportato? E poi i magistrati, le forze dell’ordine sono formati? Perché è importante saper accogliere i racconti delle vittime e far terminare la vittimizzazione secondaria. Ma c’è altro".

Ci dica..

"Ci vuole una rivoluzione culturale, a cominciare dalle donne, spesso le prime nemiche delle altre donne. Ma anche non subendo più violenze, perché le prime educatrici dei maschi siamo proprio noi: sopportando le violenze che insegnamento possiamo dare?".

Cristina Rufini