MARIO TOSATTI
Cronaca

La difficile integrazione: "Vivo qui, lavoro qui". Permesso di soggiorno, striscioni di protesta

Ieri mattina presidio su corso Ercole I° D’Este davanti alla questura "Senza il rinnovo del documento i nostri sacrifici finiscono in nulla".

La difficile integrazione: "Vivo qui, lavoro qui". Permesso di soggiorno, striscioni di protesta

La difficile integrazione: "Vivo qui, lavoro qui". Permesso di soggiorno, striscioni di protesta

"Senza il permesso di soggiorno non si vive". Si tratta di uno degli appelli fatti dai cittadini stranieri, per manifestare la rabbia per l’attuale situazione legata al rilascio dei permessi. Nella mattinata di ieri si è tenuto un presidio su corso Ercole I° D’Este, davanti alla questura. E’ stato organizzato dai Cittadini del Mondo-Assemblea lavoratori stranieri, per porre all’attenzione dell’opinione pubblica il problema del permesso di soggiorno che consenta loro di lavorare.

Un gruppo di cittadini con nazionalità differenti originari del Senegal, Gambia, Burkina Faso, Nigeria, Camerun, Guinea hanno esposto cartelli e striscioni. Si leggeva: "Vivo qui, lavoro qui basta discriminazioni". Un collettivo grido di rabbia, ma pacifico. Nel corso del presidio alcuni interventi, tra cui quello di Adam Atik, presidente dei Cittadini del Mondo e candidato della lista di Anselmo, che ha ribadito: "Siamo persone arrivate in Italia per vivere, lavorare in regola e dare un contributo economico sociale a questo Paese. Lavoriamo da anni in Italia in vari settori, edilizia, agricoltura, servizi, logistica e nell’assistenza, tutto questo con un permesso di soggiorno di protezione speciale. La legge approvata da questo governo, non permette di rinnovare il nostro attuale permesso, se non in alcuni casi e solo per un anno e nemmeno convertito in permesso per lavoro. Addirittura alla scadenza c’è l’obbligo per noi di lasciare l’Italia, dopo tanti anni di fatiche e sacrifici". Nell’intervento di Adam Atik anche un riferimento ad un recente parere: "Il 7 marzo scorso, il tribunale di Bologna si è pronunciato in modo favorevole sul nostro diritto di ottenere un permetto per motivi di lavoro, per continuare a lavorare in regola, per accedere ai servizi sociali ed assistenziali di base". Tra le varie richiesta quella di poter incontrare il questore di Ferrara, al fine di porre al centro questa situazione e poter avere risposte concrete, come richiesto anche da Lamine Kalabane (Guinea francese).

Che ha aggiunto: "Tanti lavoratori sono bloccati perché quando vanno a rinnovare il documento, che è un diritto, questo viene negato. Se anche la domanda per il rinnovo viene fatta, il richiedente è costretto ad aspettare diversi mesi per riavere il documento rinnovato indietro senza tenere conto delle lunghissime attese prima che la domanda venga inviata". Al presidio presenti alcuni esponenti politici e Anna Zonari, candidata a sindaco con la lista ‘La Comune’, che ha espresso la propria solidarietà, ponendo al centro alcune proposte per rafforzare la rete degli immigrati.