REDAZIONE FERRARA

La coop delle donne: "Una favola per i bimbi nel nome di Giulia". E’ firmata dalle educatrici

Serena al traguardo dei 40 anni, il libro realizzato in una scuola materna "Insegnare già ai piccoli a dire no alla violenza. Dedicato a Cecchettin".

Serena al traguardo dei 40 anni, il libro realizzato in una scuola materna "Insegnare già ai piccoli a dire no alla violenza. Dedicato a Cecchettin".

Serena al traguardo dei 40 anni, il libro realizzato in una scuola materna "Insegnare già ai piccoli a dire no alla violenza. Dedicato a Cecchettin".

Ancora pochi mesi e saranno 40 anni. Era il 28 gennaio del 1986, quel gruppo di donne aveva appena terminato un corso per diventare assistente di base. Che fare? Si sono guardate in faccia, davanti il futuro. Hanno deciso di fondare una cooperativa, il suo nome è Serena. Era la prima coop di donne che svolgeva attività a domicilio per gli anziani. Adesso opera nei settori socio-assistenziali, sanitari, educativi per creare opportunità di lavoro. Occasioni di vita. Quelle donne ci credevano.

Ricordi che scorrono, a raccontarli è Beatrice Cavalieri, direttrice di Serena da febbraio del 2020, la sua esperienza nel mondo delle cooperative risale al 2001. "Mi sono laureata in giurisprudenza, cercavano una progettista in una coop di Bologna. Ho risposto presente, così sono entrata in questo universo di valori". Serena l’ha vista crescere e cambiare dal 2008 quando ha varcato l’ingresso. Tanti anni fa. "Il mio ricordo più drammatico, il Covid. Ero diventata direttrice da pochi giorni, il 7 febbraio del 2020, il 23 febbraio precipitammo in quell’incubo. Anni terribili, una delle nostre strutture venne colpita, abbiamo avuto lutti, morti. Leggevo negli ospiti la paura negli occhi, forte era il senso di impotenza. Andavamo nella struttura, tutti bardati, le mascherine, le tute. Ricordo ancora quelle riunioni a mezzanotte con l’azienda sanitaria, intorno una città deserta, smarrita. Con la paura ho misurato anche la solidarietà". Le donne hanno dato vita a Serena e sono le donne ancora oggi un po’ le protagoniste di questa avventura nel mondo sociale, dall’assistenza agli anziani all’educazione nelle strutture scolastiche. "Su 500 dipendenti – precisa – solo l’11% sono uomini". Gli incarichi, Oss, infermieri, fisioterapisti, educatori ed educatrici, personale che si occupa della pulizia, portineria, lavanderia.

Caledoscopio di volti. L’assistenza agli anziani, le case di riposo, il 73% del fatturato. Poi ci sono asili, centri di aggregazione giovanile, materne, strutture per la disabilità. "E’ una bellissima esperienza. Sì, il mio lavoro mi piace". Fondata da donne, che delle donne si occupa. "Nel 2024 ci siamo dotati di un documento per la protezione dallo sfruttamento e dall’abuso sessuale. Abbiamo aperto un canale per le segnalazioni per tutelare le vittime di violenza. Abbiamo poi intrapreso un percorso per la parità di genere che ci farà arrivare alla certificazione entro l’anno". Il presidente è Claudio Dusi – beato tra le donne, così si dice – la vice Chiara Bertolasi. "Fondamentale il sostegno di Confcoperative". C’è anche un altro progetto, nel nome di Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato. "Un gruppo di educatrici della scuola materna di Monestirolo – racconta – ha deciso di trattare l’argomento del femminicidio anche con i bimbi piccoli, per insegnare loro già da ora il senso del rispetto, farli diventare adulti consapevoli. Ne è nata una favola, ’Libera come una libellula, coraggiosa come un’ape’". Presto diventerà uno spettacolo teatrale. "Scrivere di violenza sulle donne e farlo in un linguaggio comprensibile ai bambini è un’impresa difficile quanto necessaria. I bambini vivono la realtà che li circonda e respirano ciò che accade loro intorno. Negare loro il contatto con questa realtà perché troppo dolorosa significa privarli di fondamentali momenti di crescita", scrive nel libro Tomas Gallerani, coordinatore pedagogico. "A Giulia Cecchettin e alle altre libellule", si legge sotto la copertina, un cielo con disegni pastello.

Mario Bovenzi