Dal terremoto alle ormai sempre più frequenti alluvioni. Siamo abituati a vederli, le loro divise gialle, il nome stampato sul petto, come il sorriso sul volto per dare spesso coraggio a popolazioni stremate, i piedi nel fango. Dall’alluvione al terremoto, passando per gli incendi e per tutto quello che si coniuga con la parola emergenza. Gli uomini e le donne della Protezione civile ieri mattina erano in piazza, con i loro mezzi, per farsi conoscere, per spiegare cosa fanno e soprattutto per spiegare come difendersi quando magari la natura alza un po’ troppo la testa e, complice la disattenzione dell’uomo, ci manda al tappeto.
Davanti alla cattedrale sotto una tenda gialla, sui bordi lo slogan ’Io non rischio’, una bella squadra di volontari. Tanto entusiasmo, voglia di mettersi in gioco per gli altri. Come del resto hanno fatto recentemente. Alcuni di loro sono stati nella Romagna devastata per la seconda volta. Tende e mezzi, attorno uno scenario che spezzava il cuore. Sono stati anche a Traversara – meno di mille abitanti, frazione di Bagnacavallo – il paese finito sotto una valanga d’acqua scura, per la seconda volta. Il fiume Lamone, il livello è aumentato per via delle abbondanti piogge, durante la notte riesce a infiltrarsi in una falla dell’argine, dilaga tra le case.
"Quanto fango! – il racconto di una volontaria della Protezione civile –, abbiamo spalato per giorni. Siamo intervenuti con i nostri mezzi, uno è quello". Ed indica il ’gippone’ parcheggiato proprio lì accanto, sulla piazza. "La gente ci ha ringraziato, ci sono stati momenti di forte commozione. Nel dramma un’esperienza molto toccante, che mette alla prova la tua umanità", dice un altro volontario. ’Io non rischio’ fa parte di una campagna nazionale. Ieri l’iniziativa si è svolta in numerose piazze d’italia. A Ferrara e provincia indossano la divisa della Protezione civile un migliaio di volontari, sono quasi trenta le associazioni sparse sul territorio. "Imparare a prevenire e ridurre gli effetti di un’alluvione è un compito che riguarda tutti noi", sottolinea ancora una ragazza, pronti a dire sì per affontare la prossima emergenza. Tra il materiale anche un fumetto, quattro guide, quattro percorsi. Non è un gioco, può salvare una vita.