MARIO BOVENZI
Cronaca

"Io, 80 anni, una pensionata anti-movida. Al Consiglio di Stato per spegnere la musica"

Comacchio, la donna contro il regolamento comunale che concede agli stabilimenti di fare eventi fino alle 2 di notte. Decisione il 4 luglio

"Io, 80 anni, una pensionata anti-movida. Al Consiglio di Stato per spegnere la musica"

"Io, 80 anni, una pensionata anti-movida. Al Consiglio di Stato per spegnere la musica"

Pensionata, 80 anni, una casa al mare che, sogno di una vita, si è trasformata in una croce. E’ lei la paladina dei residenti dei lidi che si battono contro la movida, contro la musica che va avanti ad oltranza fino alle due di notte. Ha presentato ricorso al Tar contro il regolamento del comune di Comacchio che concede di fare concerti oltre la mezzanotte e, dopo che il tribunale amministrativo ha respinto in prima battuta l’istanza di sospensione cautelativa (ci sarà una pronunciamento nei prossimi giorni nel merito), si è rivolta al consiglio di Stato. Consiglio di Stato che si pronuncerà il 4 luglio sulla questione che vede contrapposti da una parte la discoteca Barracuda e la pensionata e dall’altra il Comune, il Malua e altri 24 stabilimenti balneari ai quali è stata concessa la possibilità di fare eventi fino alle 2 di notte. L’organismo potrebbe, in caso venga accolta la richiesta, spegnere la musica quando suonano i rintocchi della mezzanotte. La pensionata è assistita dall’avvocato Domenico Lavermicocca, legale che rappresenta anche il Barracuda. Pure la discoteca si è rivolta al tar contro la movida negli stabilimenti balneari.

"Sono più di dieci anni che vivo male – racconta la pensionata – che le notti per me sono diventate un inferno. Prima ero costretta a scappare, me ne andavo in un albergo a Cervia per tutta l’estate. Ma ho una certa età, non posso ogni anno emigrare per colpa di quella musica assordante. Musica che è una tortura. Tum, tum, tum, tre note che si ripetono in maniera continua, ininterrotta, da mandare in tilt il cervello. Ecco quello che succede qui ogni notte, quegli stabilimenti balneari diventano a tutti gli effetti discoteche, arrivano ad ospitare migliaia di ragazzi. E qui non vivi più". Il Tar ha respinto in prima battuta il suo ricorso, lei non si è arresta. Anzi ha rilanciato. "Ha respinto la richiesta di sospensione cautelativa – spiega, manifestando una notevole conoscenza di leggi e codici –. Bisogna attendere la prossima udienza, quando si esprimerà nel merito. Il consiglio di Stato in caso venga accolta la mia richiesta, più che legittima visto le condizioni nelle quali sono costretta a vivere io e numerosi altri residenti, può fermare tutto. Mi sono stufata – esclama – non ce la faccio più a sentire quei tum, tum, tum, che sembrano colpi inferti sui lattoni, ne ha risentito anche la mia salute". Rischia di essere una mazzata per alcuni stabilimenti che danno lavoro a molte persone, dipendenti che potrebbero trovarsi a casa. Senza considerare la perdita economica che subiranno. Ma la pensionata restituisce al mittente quelle che sembrano accuse nei suoi confronti.

"Voglio precisare – sottolinea – che il mio ricorso e l’istanza al consiglio di Stato sono rivolti contro il Comune di Comacchio che ha concesso deroghe agli orari ai limiti acustici per più di 30 giorni a stagione e che ha fissato l’orario degli stabilimenti ogni giorno fino alle due di notte. E poi vorrei ricordare che stiamo parlando di stabilimenti balneari, non di discoteche. Stabilimenti la cui naturale destinazione è stata completamente cambiata. L’attività accessoria è diventata attività principale e l’attività principale (la balneazione) è diventata attività puramente accessoria. Hanno una concessione che stabilisce cosa devono fare, si attengano a questo".