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Interrogatori fiume Una notte chiusi in caserma con l’accusa di omicidio

Padre e figlio hanno risposto a tutte le domande. Il pm: "In carcere" . E ieri il Big Town è stato chiuso per una settimana su decisione del Questore.

Interrogatori fiume Una notte chiusi in caserma con l’accusa di omicidio

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Sono stati interrogati a lungo ieri Mauro Di Gaetano, 41 anni, titolare del locale di via Bologna, il Big Town dove venerdì sera è stato ucciso Davide Buzzi, e il padre Giuseppe, che di anni ne ha 69. Entrambi in stato di fermo in carcere come indiziati di delitto. A loro il pm Barbara Cavallo contesta il concorso in omicidio volontario per la morte di Davide Buzzi, e il tentato omicidio di Piccinini, che è ancora in gravi condizioni, ricoverato nel reparto di Chirurgia dell’ospedale di Cona. Secretata ogni loro parola raccontata ai carabinieri e al pubblico ministero che li hanno ascoltati fino a tarda notte nelle stanze della procura di via Mentessi e poi portati in caserma.

"Posso solo dire che ha risposto alle domande – si limita a dichiarare l’avvocato Michele Ciaccia, che assiste Di Gaetano figlio – ma niente di più sulla vicenda". Un riserbo assoluto sulla ricostruzione di quanto accaduto in quei minuti di cieca follia in via Bologna. Su chi, tra padre e figlio abbia sferrato i colpi mortali a Buzzi e chi abbia accoltellato all’addome Piccinini, che dopo essere stato ferito è uscito dal locale ancora in piedi, per poi accasciarsi in strada.

"Non possiamo rilasciare dichiarazioni – spiega anche l’avvocato Stefano Scafidi, che assiste Di Gaetano padre insieme alla collega Giulia Zerpelloni – C’è il più stretto riserbo sulle indagini, mi dispiace". Dopo gli interrogatori, padre e figlio sono stati riportati nella caserma di via del Campo, in attesa della decisione della pm arrivata nella tarda serata ed entrambi sono stati portati in carcere.

Mentre loro erano sotto interrogatorio, nella tarda mattinata, i militari hanno apposto i sigilli al locale di via Bologna, su disposizione del questore Salvatore Calabrese che ieri mattina ha firmato i provvedimento di chiusura del Big Town per una settimana. Anche padre e figlio, dopo l’aggressione mortale, sono stati accompagnti al pronto soccorso di Cona per accertamenti, per entrambi pare sia stata diagnosticata una prognosi di due settimane.

Cristina Rufini