Nessun accordo. Non è servito il tavolo convocato ieri mattina in prefettura per discutere delle sorti degli infermieri nelle radiologie di Ausl e azienda ospedaliera. Cisl e Nursind hanno sollevato il "caso" a seguito della decisione, da parte delle aziende sanitarie, di sospendere l’erogazione delle indennità agli operatori. La direzione ha confermato questa linea, mentre i sindacati si dicono pronti a "fare sciopero" o ad "agire per vie legali, con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei lavoratori". A dirlo sono il segretario della funzione pubblica della Cisl, Kevin Ponzuoli e Raffaele Ferioli - segretario Nursind che, nonostante il mancato accordo, non hanno nessuna intenzione di arretrare. Anzi, al Carlino confidano di essere già al lavoro per "organizzare una serie di assemblee con i lavoratori delle radiologie" con l’obiettivo di capire "quali azioni mettere in campo". Nel merito, al centro delle rivendicazioni dei rappresentanti dei lavoratori c’era la richiesta di "riaprire il tavolo tecnico – spiegano i sindacalisti – a seguito del quale è stato stabilito che il rischio per i lavoratori è calato a tal punto da giustificare non solo la sospensione dell’erogazione delle indennità, ma anche di eliminare dalla contrattazione degli addetti i quindici giorni previsti come riposo biologico a fronte dell’esposizione alle radiazioni". I lavoratori coinvolti in questa decisione delle aziende sanitarie sarebbero circa una trentina, sparsi per tutte le strutture sanitarie in cui è presente il reparto. Già dalla prossima settimana, sono previsti gli incontri tra sindacalisti e lavoratori e, il clima, è piuttosto teso da quanto trapela. "Ciò di cui la direzione aziendale non si rende conto – rilanciano Ponzuoli e Ferioli – è che con questa decisione unilaterale, non condivisa con le forze sociali, si rende il reparto di radiologia davvero poco appetibile. Temiamo, infatti, che molti lavoratori possano chiedere la mobilità e spostarsi in altri reparti con il rischio di lasciare sguarnita la radiologia che rappresenta un punto essenziale per l’erogazione delle prestazioni". Non è finita. Fra i motivi di contrarietà sollevati dai sindacalisti, c’è anche il fatto che "gli operatori sanitari continuano a prestare i medesimi servizi che facevano prima, quando percepivano l’indennità. Per cui, al di là di questo indice di valutazione del rischio, non è cambiato nulla. E, sulla porta del reparto, c’è ancora il cartello che ne inibisce l’accesso ai non autorizzati per via del rischio di esporsi alle radiazioni".
f. d. b.