MEZZOGORO
Dinamica tutta da ricostruire quella dell’incidente mortale che è costato la vita a Paolo Paviani, imprenditore agricolo di sessant’anni, accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì sulla Gran Linea, la strada che unisce Mezzogoro a Jolanda di Savoia. Proprio per questo il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ieri ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando, per ora, il reato di omicidio stradale: accusa che al momento è contro ignoti. Il magistrato oltre a disporre l’esecuzione dell’autopsia sul corpo dell’imprenditore che viveva a Jolanda di Savoia, ha anche in programma di far eseguire una perizia cinematica per ricostruire l’esatta dinamica dello schianto mortale e individuare di chi siano le responsabilità dell’incidente. Accertato, infine, come già ipotizzato poche ore dopo lo scontro, che il conducente del Fiat Ducato, il terzo mezzo coinvolto, fosse alla guida in stato di ebbrezza, motivo per cui, intanto, è stato denunciato all’autorità giudiziaria.
Ricostruzione. Nel tardo pomeriggio di venerdì, una manciata di minuti dopo le 17.30 lungo la strada provinciale Gran Linea, tre mezzi sono rimasti coinvolti in una carambola mortale. Un pick-up con alla guida la vittima si è scontrato, pare, frontalmente con la BmwX3 alla cui guida c’era una donna di 47 anni, con accanto la figlia tredicenne. Un impatto tremendo che ha fatto volare la Bmw fuori strada per finire la corsa in un canale che scorre parallelo alla strada: gravi le conseguenze per la donna al volante, portata in elimabulanza all’ospedale Maggiore di Bologna e operata d’urgenza, alla quale è stato necessario asportare la milza, mentre, fortunatamente, nessuna conseguenza grave per la figlia adolescente al di là del comprensibile stato di choc. Nell’incidente è coinvolto anche un terzo mezzo, un Fiat Ducato, alla cui guida c’era un trentenne pugliese, che risulta residente a Matera. Non è chiaro, allo stato dei fatti, se il furgone sia rimasto coinvolto perché si è trovato davanti le auto già incidentate e non è riuscito ad evitare l’impatto, oppure se sia stato proprio il conducente del furgone – poi risultato alla guida in stato di ebbrezza e per questo denunciato – ad aver tamponanto uno dei due mezzi che poi si è scontrato frontalmente con l’altro. Proprio per risolvere questo dubbio, il pm Savino ha deciso di far eseguire la consulenza cinematica per metere insieme direzione dei veicoli e velocità anche in base ai danni che hanno avuto i mezzi. Sul luogo per i soccorsi hanno dovuto operare a lungo vigili del fuoco, carabinieri e sanitari del 118.
Cristina Rufini