Ferrara, 1 ottobre 2019 - «Avendo previsto di essere il conducente dell’auto aveva limitato il consumo di alcol, non ordinando alcuna bevanda durante la festa ma limitandosi ad alcuni assaggi dei cocktail offerti da altri». A sostenerlo, pur «senza avanzare alcuna critica sugli accertamenti tossicologici effettuati», è l’avvocato Carlo Bergamasco, difensore del magazziniere 23enne che sabato notte era alla guida della Mazda 3 finita contro un platano (foto) in via Cento, alle porte di Vigarano.
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Nello schianto sono morti tre giovani, Miriam Berselli, 21 anni, Manuel Signorini, 23 anni e Giulio Nali, 28 anni. Tutti quanti lavoravano all’Iper Tosano e Miriam da qualche tempo aveva iniziato una relazione sentimentale con il guidatore.
Una doppia tragedia che ha straziato sia le famiglie delle vittime che coloro che sono rimasti con quel macigno sulla coscienza. È proprio questo il sentimento con il quale il 23enne sta affrontando la sua convalescenza (ha riportato ferite guaribili in sette giorni) nel reparto di Medicina d’urgenza dell’ospedale di Cona. Il ragazzo, aggiunge il legale, «intende manifestare, mio tramite, il più sincero dolore per l’accaduto, la propria vicinanza ai familiari tutti delle vittime, alle quali era legato da profonda amicizia e, per quanto attiene a Miriam Berselli, da un rapporto sentimentale da poco ritrovato». Non solo. Il giovane guidatore ha manifestato «profondo rincrescimento per la parte che egli può avere avuto nel tragico evento» e si è detto «pronto ad affrontarne le conseguenze».
LEGGI ANCHE Le famiglie distrutte: "Avevano la vita davanti" Il ragazzo ancora ricoverato in stato di choc post traumatico, ha riferito di non avere «alcuna memoria della dinamica dell’incidente, ragione per cui – precisa Bergamasco – non è possibile formulare alcuna valutazione senza avere una più completa conoscenza degli atti di indagine».
Il giovane deve rispondere di omicidio stradale plurimo e rischia una pena molto pesante. Nonostante i risultati emersi dall’etilometro, il difensore del magazziniere 23enne riferisce di aver parlato con alcuni testimoni che hanno descritto il suo assistito come «perfettamente lucido e conosciuto come guidatore attento e mai spericolato». Per questo, chiude l’avvocato, «ha destato un certo stupore il dato trapelato secondo il quale il tasso alcolemico sarebbe stato di molto superiore al consentito».
Dinamica al vaglio, disposti esami medico legali
Saranno gli accertamenti medico legali, uniti ai riscontri dei carabinieri, a delineare con certezza i contorni della tragedia di sabato notte (foto). Il conducente è l’unico superstite. Ora il ragazzo, difeso dall’avvocato Carlo Bergamasco, dovrà rispondere di omicidio stradale plurimo, aggravato dall’aver bevuto e dall’aver causato la morte di più persone. Per quanto riguarda lo stato di ebbrezza, le analisi effettuate sul posto hanno riscontrato un tasso alcolemico nel sangue di 1,3 grammi per litro. Un livello che rientra nella seconda fascia prevista dal reato di omicidio stradale, quella che sta tra lo 0,8 e gli 1,5 grammi per litro. Per il caso in questione sono previste pene che vanno dai cinque ai dieci anni di reclusione. Pena che, nel nostro caso, rischia di essere ancora più pesante a causa del decesso di più persone.
LEGGI ANCHE Contro lo sballo. Educare alla vita Al momento, va detto, l’attività giudiziaria sulla strage di via Cento è ancora alle fasi iniziali. Ieri, il sostituto procuratore Ombretta Volta ha disposto gli accertamenti medico legali sui resti delle vittime. Il magistrato ha optato per un esame esterno, finalizzato a verificare la compatibilità delle lesioni fatali con la dinamica dell’incidente. Se i medici non dovessero riscontrare nulla di anomalo rispetto alle ricostruzioni, le salme potrebbero a breve essere restituite ai familiari per i funerali. L’altro filone di accertamenti è quello che riguarda la dinamica dell’incidente. La procura studierà gli atti stilati dagli investigatori dell’Arma al fine di chiarire cosa sia successo esattamente quella maledetta notte. Sotto la lente finiranno tutti gli aspetti legati alla dinamica, tra cui il punto di impatto, la velocità e ogni altro dettaglio utile per gettare luce sulla strage. I fatti risalgono alle 2.15 di sabato. I ragazzi stavano tornando a casa dopo aver trascorso la serata al locale, dove era prevista l’inaugurazione. Arrivata alla curva all’altezza del mobilificio Dondi, la macchina guidata dal 23enne è uscita di strada, finendo dritta contro un platano. L’impatto l’ha sbalzata in testacoda al centro della carreggiata. Niente da fare per i tre amici che erano con lui. Il conducente se l’è invece cavata con ferite lievi. Stando a quanto riferiscono i familiari, nemmeno lui si sa spiegare l’accaduto. «È sotto choc e non capisce cosa sia potuto succedere – hanno detto la mamma e la sorella –. Si sente in colpa. Non se lo perdonerà mai».