REDAZIONE FERRARA

In Sintesi, inaugurata la rassegna. Ecco le date di ’I Hate My Village’

L’inedito progetto di Ferrara Sotto le Stelle è iniziato ieri con l’esibizione della band indipendente italiana. Il gruppo suonerà di nuovo nei concerti di questa sera e domani nella cornice della Sala Estense.

La band ’I hate my village’ (. foto di Simone Cecchetti

La band ’I hate my village’ (. foto di Simone Cecchetti

’I hate my village’, una delle band più amate della scena indipendente italiana, era ieri a Ferrara. Sono stati loro, infatti, nella prima data invernale del nuovo tour, ad aprire l’inedita rassegna musicale presentata da Ferrara Sotto le Stelle, ‘In Sintesi’. La superband, formata da Adriano Viterbini, Fabio Rondanini, Marco Fasolo e Alberto Ferrari, è salita sul palco della Sala Estense per un programma che proseguirà anche oggi e domani. ’In Sintesi’, patrocinata e sostenuta dal Comune, in collaborazione con la rete Arci, il circuito SunEr e Solido, proseguirà anche domani e mercoledì, celebrando la diversità della musica nelle sue molteplici forme sperimentali, offrendo un tributo al suono tra atmosfere oniriche e vibranti. In sinergia con Ferrara Sotto le Stelle, ’In Sintesi’ rappresenta un’esperienza parallela, ma autonoma, focalizzata sull’innovazione e la scoperta musicale.

Marco Fasolo, bassista, produttore e coautore. Lei si è unito al batterista Fabio Rondanini e al chitarrista Adriano Viterbini in un secondo momento. Cos’ha visto in loro?

"Bella domanda: mi piace molto la fase iniziale in cui si vede qualcosa in un progetto. Nel loro caso ho visto delle belle idee, che poco c’entravano con la tendenza media del momento. Solo il fatto che delle persone nel 2024 si trovino per suonare è lodevole. Nel 2017, quando mi hanno presentato il materiale per registrare, avevo trovato dei bellissimi nuclei, ma ho consigliato di lavorare su una minima stratificazione sonora, aggiungendo elementi che aiutassero nell’impatto sonoro, magari un basso, qualche organetto e qualche percussione per sottolineare l’elemento tribale ed etnico. Il primo disco è stato arrangiato e mixato in 8 giorni: un’istantanea, un disco strumentale, ma poi abbiamo coinvolto il cantante Alberto Ferrari (Verdena) e, in vista del tour, Adriano mi ha chiesto se fossi interessato a inserirmi da bassista, dal vivo. Ho accettato".

Siete già stati a Ferrara nel 2019. Avete una ‘fanbase’ ferrarese?

"Abbiamo già suonato a Ferrara, c’è un bel pubblico. Considerato però il tour del 2019 e le ultime date estive, ci sentiamo sempre ben voluti. Quando suoniamo ci sentiamo sempre in una situazione di festa. Il pubblico è coinvolto, ha voglia di divertirsi. Detto questo, Ferrara Sotto le Stelle è uno dei festival più interessanti d’Italia".

Come avete declinato il titolo della rassegna ‘In Sintesi’?

"Nella nostra cifra abbiamo già tutti gli elementi richiesti dal format: momenti cinetici, ma anche dilatati, con molto spazio all’improvvisazione dal vivo".

Avete suonato alla Sala Estense: un teatro con posti a sedere, un palcoscenico diverso rispetto a quello a cui siete abituati.

"È vero, ma non è la prima volta che suoniamo in situazioni teatrali. Abbiamo selezionato una scaletta più ad hoc. Non abbiamo tagliato i pezzi più cinetici e movimentati, ma li abbiamo messi in una sequenza coerente al contesto".

Come nasce l’album ‘Nevermind The Tempo’?

"Nasce sulla base di una serie di improvvisazioni, dopo alcuni concerti fatti a Roma, sull’Appia Antica. Abbiamo raccolto un po’ di materiali anche in sala prove, anche durante la pandemia. È una scrematura di una grande selezione di materiale durata un anno e mezzo. A differenza dell’altro disco, nato strumentale, sapevamo da subito che avevamo un cantante, Alberto, a disposizione: abbiamo seguito di più la forma canzone, anche se poi l’abbiamo stracciata".

È nel vostro Dna? Nella presentazione, lo definite un ‘disco sgrammaticato che non cerca nessuna grammatica’.

"Assolutamente".

Francesco Franchella