
In ricordo di ’Nino’ Una piazzetta dedicata a Giuseppe Sgarbi "Oggi sarebbe felice"
Nino ci parla ancora. Ci sono due lapidi che biancheggiano davanti alla sede della facoltà di Farmacia. Sì, Giuseppe Sgarbi, il padre di Vittorio ed Elisabetta viene omaggiato in un luogo che ha "una grande valenza simbolica, perché ‘Nino’, prima di tutto, fu un farmacista". L’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, prima di scoprire le targhe commemorative, consegna un suo ricordo molto personale di Giuseppe Sgarbi perché, dice, "ho avuto la fortuna di conoscerlo".
Elisabetta, prima di prendere la parola passa in rassegna con lo sguardo il folto manipolo di persone venute a omaggiare idealmente il padre. Non parla quasi mai al passato. Quasi che fosse lì, assieme alla compagna di vita, Rina. Anzi, è proprio a lei che la Sgarbi rivolge il primo ringraziamento per non aver mandato "fulmini e saette" ieri mattina. Sì, perché un tratto che viene ricordato della ‘Rina’ è una forma di affettuosa gelosia verso Giuseppe. Il primo degli Sgarbi ad avere una piazzetta intestata. La vita in farmacia a Ro, un silenzio lungo novant’anni, le lunghe passeggiate sul Po e poi l’esordio letterario avviato sulla primavera numero 93.
"Sono stata contenta di averlo spronato a scrivere – confessa la Sgarbi – Peraltro, attraverso i suoi libri, è riuscito anche a creare il personaggio letterario ‘Rina’, specie in ‘Lei mi parla ancora’. Siamo stati fieri di un esordio letterario che è avvenuto dopo i novant’anni. E, con Vittorio, siamo concordi nel dire che Nino è stato uno scrittore". Come è indicato nella lapide. ‘Farmacista e scrittore’. Visceralmente legato al suo paese, alla sua farmacia "che reputava il posto più bello del mondo", Giuseppe Sgarbi fu in qualche misura "la voce del buonsenso e dell’equilibrio", come ricorda Mario Andreose, presidente de La Nave di Teseo. Anche lo scrittore Roberto Pazzi, leggendo qualche passo dai libri di Nino, ne ha fornito un ritratto affettuoso. "Giuseppe era un signore nell’anima e nell’aspetto – così lo scrittore - . Un uomo che ha fatto dell’ascolto la misura della vita". Il sindaco Alan Fabbri suggella il momento leggendo le motivazioni che hanno indotto la commissione toponomastica ad assumere la decisione dell’intitolazione. "E’ un momento importante per la nostra città – così Fabbri- perché riconosce un giusto tributo a una personalità di grande spessore. Non ho avuto la fortuna di conoscere Giuseppe, ma ho visto il film girato da Pupi Avati tratto da uno dei suoi libri. Ne sono rimasto profondamente colpito. Con questa inaugurazione, davanti a Farmacia, Giuseppe Sgarbi continua a essere con noi".
Accanto al sindaco c’è Vittorio Sgarbi. Premette di "perdonare Franceschini per l’assenza", ma ricorda l’episodio di un singolare scambio tra l’ex ministro e il padre. Descrive l’avventura di scrittore del padre quasi come un’epopea. Che gli valse "il premio Bancarella, prima opera, che feci istituire ad hoc". "Mio padre è il primo di noi ad avere intitolata una piazza", ironizza Sgarbi. Quasi che questo fatto sia una forma di compensazione rispetto al temperamento mite e all’ascolto di cui fece il tratto distintivo della sua vita. "Prima di scrivere, mio padre ha vissuto – scandisce il critico - . Una vita intensa, legata alla passione per la farmacia, per la pesca, per il fiume. Oggi sarebbe contento di essere qui e vedere tanta gente". Sì, Nino parla ancora.
Federico Di Bisceglie