MARIO BOVENZI
Cronaca

In aula più leggeri. Asilo e elementari, la scuola senza zaino adesso raddoppia

Boom di iscritti agli Estensi grazie almodello ora esteso all’infanzia "La nostra primaria stava rischiando di chiudere, adesso è rinata". Niente astucci e banchi, cruciale l’impegno di insegnanti e genitori.

In aula più leggeri. Asilo e elementari, la scuola senza zaino adesso raddoppia

In aula più leggeri. Asilo e elementari, la scuola senza zaino adesso raddoppia

Non hanno zaino né trolley da trascinare; in aula non ci sono cattedre, né astucci. Mancano anche i banchi, al loro posto grandi tavoli da sei posti. Lido degli Estensi, istituto comprensivo di Porto Garibaldi. C’è un cartello, in alto si legge ’Scuola senza zaino’. In primo piano un gruppo di insegnanti, sorridono. Chi ci avrebbe creduto qualche anno fa, quando la scuola aveva ormai solo tre classi e rischiava di chiudere, che quel modello sarebbe stato un’ancora di salvezza? Alcuni di loro fanno con le dita, nell’azzurro sfumato del cartellone, il segno di vittoria. Adesso la scuola elementare è tornata di nuovo a cinque classi. Nadia Vitali è la responsabile nazionale di scuola senza zaino – sono 800 in Italia –, insegna alla primaria di Lido Estensi. E’ entusiasta. "La scuola stava morendo e quando muore una scuola è una comunità a spegnersi. Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo messo sul tavolo insieme ai genitori idee, ci siamo ispirati al metodo Montessori. E adesso eccoci qui, portano i bambini anche famiglie di Lagosanto, Ostellato. Abbiamo dovuto dire a malincuore "no" ad alcune richieste d’iscrizione, non abbiamo più posto". Un modello ’contagioso’. Da quest’anno ‘senza zaino’ raddoppia. Al piano terra c’è la scuola dell’infanzia Giglio Zarattini, anche questa statale. "Niente pesi sulle spalle anche alla Zarattini", precisa Vitali che va in giro per l’Italia per formare gli insegnanti ad una nuova visione. "Perché non è proprio tutto così immediato – spiega ancora –, bisogna aver voglia di mettersi in gioco, è un modello impegnativo, richiede tanto lavoro. Uscire dalla cattedra per mettersi tra gli alunni non è da tutti. Eppure noi siamo coinvinti che la didattica non si faccia dietro una cattedra, bisogna essere al fianco degli allievi, occhi negli occhi".

Tre i pilastri sui quali poggia un’idea che alla fine per alcuni di questi insegnanti è un sogno che sono riusciti a realizzare. "Comunità, responsabilità e ospitalità", elenca convinta Vitali. Che precisa: "Non è ospitale una scuola che costringe un bambino a portare sulle spalle un peso di cinque, sei chili di libri. I nostri alunni hanno una sacca, uguale per tutti. C’è un libro, un quaderno, la loro borraccia. Perché noi all’ambiente vogliamo bene". Tutto il materiale di cancelleria, non hanno nemmeno astucci, lo trovano pronto nella struttura. "Ci sono casellari con il loro nome", aggiunge. Per penne, gomme e matite devono ringraziare i genitori. All’inizio dell’anno pagano 70 euro, servono per l’acquisto del materiale di cancelleria. C’è anche chi, falegname per una vita, sistema i mobili quando può. Un mondo, che dalla didattica arriva alla solidarietà. "I genitori sono al nostro fianco. Come una grande famiglia e, proprio come una famiglia, siamo pronti ad aiutare chi è in difficoltà". In aula c’è l’agorà – come una piazza – spazio per ritrovarsi, leggere, riposarsi, giocare, fare lezione. Fuori c’è l’orto, i bambini sono riusciti a raccogliere le fragole. Si sono tolti un peso.