
Migranti allo sportello di un ufficio immigrazione (. foto di repertorio Nel 2023, in Italia, sono stati emessi 28.347 ordini di espulsione da parte dei prefetti ma il numero complessivo di rimpatri effettivi è stato di 4.267
"Legalità implica fiducia piena nelle forze dell’ordine e nella magistratura. Chi delinque, dopo giusto processo, deve scontare la pena". Con queste parole, il referente legalità, sicurezza e giustizia della segreteria provinciale del Pd Enrico Segala entra nel merito di un tema centrale per la politica cittadina. Una questione, quella dell’immigrazione, che va spesso a braccetto con i nodi della sicurezza.
"Legalità – prosegue Segala – può anche voler dire limitare le possibilità che le situazioni legali diventino illegali. E questo accade sovente. Nel 2023, in Italia, sono stati emessi 28.347 ordini di espulsione da parte dei prefetti ma il numero complessivo di rimpatri effettivi è stato di 4.267. Vuol dire che solo nel 2023, abbiamo prodotto più di 23mila posizioni irregolari sul territorio".
Poi, prosegue l’esponente dem, ci sono le posizioni irregolari di chi è "vittima della burocrazia delle questure". Ad esempio "sono molteplici i casi di tribunali che dispongono il diritto di un soggetto di stare nel Paese e questi aspetta quattro o sei mesi che la questura dia l’appuntamento per la consegna del permesso di soggiorno. Nel mentre il soggetto non può lavorare, avere un contratto di affitto, i suoi figli non possono andare a scuola, non ha l’assistenza sanitaria".
La maggior parte dei cittadini, puntualizza Segala, "si affida giustamente al discorso ‘se uno lavora, gli diamo il permesso’. Niente di più giusto. È il sistema di regole vigenti che impedisce questo". Per ottenere un permesso di lavoro "serve passare da un sistema di quote, i decreti flussi. Questo sistema ormai è stato ritenuto obsoleto e le quote sono considerate insufficienti da tutte le categorie datoriali. In mancanza di un sistema-Stato che garantisca pronta inclusione e possibilità di lavoro, i tanti irregolari che produciamo con la nostra burocrazia affollano i quartieri periferici. I più vivono di elemosina e carità, alcuni cedono al mondo dell’illecito, dello spaccio, della prostituzione".
Nel breve termine, ragiona l’esponente Pd, "potrebbe aiutare una burocrazia più snella, per dare l’opportunità di integrarsi con il lavoro alla stragrande maggioranza dei migranti che ha questo obiettivo. Va rivisto però il sistema legislativo. Da noi – conclude – fa comodo una guerra dei poveri, dove il governo ci indica di chi è la colpa, e di solito è di chi appartiene ad una minoranza. Nel frattempo si spendono milioni per campi in Albania, che non saranno mai utilizzati. Milioni che avrebbero potuto essere investiti in Italia per assunzioni in forza pubblica, snellimento della burocrazia, inclusione e lavoro".