Claudia Calderoni, 49 anni, mamma, precaria dal 2016. Sarà oggi, alle 11, a Bologna con un cartello colorato, su fondo bianco. Ci sarà scritto "2020, i docenti offesi, nauseati, estromessi, ibernati". Lei è una di loro, dopo aver vinto due concorsi, ancora in attesa di una cattedra. L’insegnamento il sogno della sua vita. Con un folto gruppo di colleghi ha fondato il coordinamento ‘Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili’. Sono migliaia, hanno superato un concorso. Ma il posto fisso è un miraggio. Il tam tam su WhatsApp, il passa parola sui social. Così hanno organizzato il sit in davanti all’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna. Nel mirino la decisione del ministro Giuseppe Valditara di limitare le assunzioni del personale docente a 45mila unità, rispetto agli oltre 64mila posti liberi.
Dove insegna?
"Nella scuola di San Giuseppe di Comacchio, alla primaria. Proprio dalla nostra scuola partiremo per andare a Bologna. Siamo cinque colleghe"
Il lavoro?
"A Comacchio mi trovo benissimo. Anche quest’anno sono stata chiamata. Ma sempre come supplente"
Lei non è di Comacchio?
"No, sono nata in Romagna, a Lugo. Ma ormai da anni vivo nella provincia di Ferrara con la mia famiglia. Ho due figli di 11 e 13 anni"
Ha superato due concorsi. Il primo?
"Quello del 2020, eravamo in pieno Covid. Non si poteva nemmeno uscire di casa e noi ci siamo dovuti spostare per sostenere le prove. Abbiamo girato per mezza regione. Ho sostenuto lo scritto a Faenza, l’orale a Ferrara. E’ stata una prova molto selettiva. Il ruolo era previsto in un primo tempo per i vincitori. Poi, dopo due anni, hanno dato la possibilità di accedere al ruolo a scorrimento, facendo scorrere la graduatoria in base ai posti"
Poi, com’è andata?
"Grazie ad un accordo con l’Europa sono stati stanziati fondi del Pnrr per abbattere finalmente il precariato nella scuola. Il primo concorso con i fondi del Pnrr nel 2023"
Lei li ha superati entrambi, cosa è cambiato?
"Nulla. Sono ancora qui, precaria. E proprio per questo sarò a Bologna, con le colleghe del mio istituto, con altri 200 colleghi da tutta la regione. Partiamo in auto in cinque, per fare valere i nostri diritti".