La sede della Banca d’Italia diventerà archivio sede dell’Archivio di Stato. L’annuncio è stato dato ieri da Vittorio Sgarbi, sottosegretario al Ministero della Cultura, nel corso della giornata studi dedicata alla ’Conservazione intelligente del patrimonio archivistico’, organizzata e sostenuta dall’azienda Makros di Massimo Luise, in collaborazione con il Comune di Ferrara. Nel salone d’onore della pinacoteca nazionale a Palazzo dei Diamanti, si sono ritrovati studiosi e amministratori provenienti da 40 province, tra Comuni, Sovrintendenze, Musei e una folta rappresentanza istituzionale. All’evento, che ha visto Qn-il Resto del Carlino media partner, è intervenuto lo stesso Sgarbi – nel ruolo, anche, di Presidente Fondazione Ferrara Arte – secondo cui gli archivi, non solo di Stato e non solo pubblici, dovrebbero essere "la nostra coscienza".
Banca d’Italia: Un sopralluogo è stato fatto proprio ieri, nel primo pomeriggio. E’ giunta conferma che "sono in fase di conclusioni le operazioni di acquisto dell’ex filiale della Banca d’Italia da destinare a sede dell’Archivio di Stato di Ferrara da parte della Direzione Generale Archivi, Agenzia del Demanio, Banca d’Italia". Tradotto, la proprietà diventerà del Demanio, che la consegnerà alla direzione generale degli Archivi, che la assegnerà all’Archivio di Stato di Ferrara. Nel giro di un mese ogni aspetto dovrebbe essere definito. Una notizia accolta con grande favore dal pubblico, tanto più in una giornata dedicata proprio al valore della protezione e conservazione, che il titolo dell’evento ha voluto ‘intelligente’, a conferma di quanto la tecnologica e informatica siano indispensabili per la tutela del patrimonio e la sua fruibilità. E di quanto razionalizzare gli spazi, individuarne di adeguati in termini di prerogative ambientali e assenza di rischio acqua, fuoco, deterioramento, sia strumento per rendere gli archivi accessibili, allontanando l’immagine ‘polverosa’ e ‘ammuffita’ tanto diffusa quanto ingenerosa.
Un macro tema che chiama in causa le calamità - incendi come alluvioni – e la crescita del territorio per le molteplici competenze che impone. Dopo l’introduzione di Cristiano Bendin, responsabile della redazione di Ferrara del Carlino, i saluti del sindaco, Alan Fabbri, presente in rappresentanza anche di Anci ("Grazie agli interventi degli esperti del sistema di archiviazione di conservazione, diamo oggi un importante segnale a livello nazionale sulla tutela e sulla valorizzazione del nostro patrimonio") e di Mauro Felicori, assessore a Cultura e Paesaggio della Regione Emilia Romagna, secondo cui "buone alleanze possono trasformarsi in prassi efficaci". Tra gli argomenti affrontati dai relatori della sessione culturale anche la capacità di chiedersi quanti usi e costumi della società non conosceremmo se non avessimo potuto maneggiare le carte degli archivi, come ha notato Giuseppina Muzzarelli, docente di Storia Medioevale Alma Mater Bologna: "Per chi dobbiamo conservare in un oggi incapace di progettare consapevolmente l’avvenire e convinto di cancellare il passato", citando i casi d Lucrezia Borgia e Gracia Nasi, protagoniste del Rinascimento italiano e ferrarese. Sono intervenuti anche Angelo Varni, docente emerito Alma Mater, e Anna Quarzi, Presidente Isco.
Di intelligenza artificiale, centralizzazione della documentazione, norme in materia di difesa dal fuoco in rapporto all’arte, si è discusso nella sessione tecnica grazie al contributo del ceo Makros Massimo Luise, di Giovanni Lamborghini, responsabili archivi Comune Ferrara, Sandro Bertelli, direttore Master Archivistica Unife, Marco Pasquini (Unibo), Matteo Montanari (Accademia Belle Arti). Il pomeriggio è proseguito con approfondimenti tecnici alla sede di Confindustria Emilia. Ad introdurre i lavori, il referente Giacomo Pirazzoli.
re. fe.