
La direttrice generale uscente fa il punto sullo stato della sanità ferrarese "Fiera del percorso di unificazione aziendale, avrei voluto vederlo finito" .
Bendin
Monica Calamai, una prima domanda di impatto emotivo: le dispiace lasciare Ferrara? Se sì, per quale motivo?
"L’esperienza di Ferrara è stata fondamentale per la mia crescita umana e professionale. Sono consapevole che i nostri mandati sono a termine, ma le relazioni costruite e il legame con questa provincia, rimangono".
Che ricordo pensa di aver lasciato in questi lunghi anni di lavoro tra Ausl e azienda ospedaliero universitaria?
"Quello di una guida impegnata, attenta e profondamente legata alla sanità pubblica e al territorio. Siamo risusciti a sviluppare la collaborazione tra enti, la valorizzazione delle professionalità e un costante miglioramento dei servizi sanitari. Fondamentale è stato il dialogo con il mondo accademico, con le istituzioni locali, il terzo settore e con la comunità per creare una sanità integrata, capace di coniugare assistenza, ricerca e formazione. Se c’è un’eredità che mi piacerebbe aver lasciato, è quella di una sanità più solida, attenta ai bisogni delle persone e pronta ad affrontare le sfide del futuro con competenza e umanità".
Qual è la realizzazione o l’obiettivo raggiunto di cui va più fiera e quale, invece, il più grande rammarico?
"La realizzazione di cui vado più fiera è aver portato il percorso di unificazione sostanzialmente a compimento, e il più grande rammarico non aver potuto vedere la conclusione anche dell’iter normativo. Più in generale, nella relazione di fine mandato inviata in questi giorni alla Regione e alla Ctss, è riportato tutto il lavoro svolto nell’ambito degli obiettivi di mandato che mi sono stati attribuiti".
A proposito, a che punto è la fusione delle due aziende, obiettivo di mandato anche di chi è stato chiamato a succederle?
"Il lavoro di fusione svolto in questi anni è stato molto importante, non solo nella realizzazione di strutture comuni e di percorsi per i cittadini, ma anche per una progettualità complessiva relativa alla provincia di Ferrara, che contempla una forte componente innovativa basata sugli investimenti, sia del Pnrr sia di altra natura. Il percorso è stato significativo al punto tale che l’università Bocconi, con la professoressa Valeria Tozzi, ci ha individuato come ‘caso studio’, oggetto anche di una audizione in Senato".
In questi anni, nonostante i vari tentativi e i correttivi apportati, sono rimasti alcuni problemi congeniti: lunghe liste d’attesa, pronto soccorso di Cona spesso intasato, mancanza di medici e infermieri: ritiene di aver fatto il possibile?
"La sanità pubblica, e in particolare il sistema sanitario di Ferrara, ha affrontato negli anni sfide complesse, tra cui il sovraffollamento del pronto soccorso, i tempi di attesa e la carenza di personale. Ho sempre cercato di affrontare questi problemi con il massimo impegno, consapevole delle difficoltà strutturali, economiche e organizzative che caratterizzano il settore. Abbiamo lavorato per potenziare l’integrazione tra ospedale e territorio, migliorare i percorsi di cura e rafforzare la rete dell’emergenza-urgenza, cercando di ridurre il sovraccarico del pronto soccorso attraverso un maggiore coinvolgimento della medicina territoriale. Le soluzioni non sono mai semplici né immediate, ma posso dire di aver sempre cercato di adottare le strategie migliori con le risorse disponibili. Sui tempi di attesa, è stata posta grande attenzione all’ottimizzazione delle agende e all’incremento delle prestazioni, anche se il problema resta una sfida per tutto il sistema sanitario nazionale. La carenza di personale, aggravata da fattori come il turn-over e la difficoltà nel reperire specialisti, è stata affrontata con piani di assunzione e stabilizzazione, ma richiede un impegno continuo a livello regionale e nazionale. Posso dire di aver fatto tutto il possibile? Ho sempre lavorato con questo obiettivo, con la volontà di migliorare la sanità ferrarese, ma so che il percorso non è mai finito. Alcuni problemi permangono e richiedono ulteriori interventi strutturali e investimenti nel lungo periodo. Tuttavia, credo che le basi poste possano permettere alle aziende sanitarie di Ferrara di continuare a migliorare e affrontare le sfide future con determinazione".
Si dice che la sanità pubblica sia in grande sofferenza: è colpa della politica, delle scarse risorse a disposizione e dei tagli o della dirigenza?
"La sofferenza della sanità pubblica è il risultato di un insieme di fattori complessi, che coinvolgono sia scelte politiche, sia vincoli economici, sia dinamiche organizzative interne. Non esiste un unico responsabile, ma piuttosto una serie di concause che, nel tempo, hanno portato il sistema sanitario a trovarsi in difficoltà. Lo stato della sanità pubblica quindi non è solo colpa della politica o della dirigenza, ma di un modello che negli anni ha subito tagli senza una vera riorganizzazione strutturale. La mancanza di una visione a lungo termine e di investimenti costanti ha reso il sistema fragile e meno reattivo alle nuove sfide. La pandemia ha messo in evidenza queste criticità, mostrando la necessità di rafforzare il personale, le strutture e la medicina del territorio. La sanità pubblica è un pilastro fondamentale per il benessere della società, e solo con un approccio integrato si potranno superare le difficoltà attuali".
Che situazione lascia alla collega Natalini e quale consiglio si sente di darle per entrare in sintonia con Ferrara?
"Non mi permetto di dare consigli a una persona esperta. È giusto che si renda conto autonomamente dello stato di salute del territorio e del contesto in cui dovrà agire. Le auguro buon lavoro".