CRISTINA RUFINI
Cronaca

Il pm chiede 23 anni di carcere: "Bergamini ucciso dall’ex fidanzata. Vendetta per l’onore macchiato"

Il movente nella ricostruzione dell’accusa: prima un aborto, poi la rottura della relazione "Isabella disse a un’amica che se Denis non fosse tornato con lei l’avrebbe fatto ammazzare".

Il pm chiede 23 anni di carcere: "Bergamini ucciso dall’ex fidanzata. Vendetta per l’onore macchiato"

Il movente nella ricostruzione dell’accusa: prima un aborto, poi la rottura della relazione "Isabella disse a un’amica che se Denis non fosse tornato con lei l’avrebbe fatto ammazzare".

Ventitrè anni di carcere. Trentacinque anni dopo l’assassinio del calciatore argentano Donato Denis Bergamini, ucciso a 27 anni nel 1989, è questa la richiesta di condanna della pubblica accusa nei confronti della ex fidanzata, Isabella Internò. Dopo una requisitoria iniziata giovedì e terminata ieri dopo le 13, è questo il conto per quell’omicidio premeditato e commesso per motivi abbietti. Aggravanti contrastate dalle attenuanti generiche che il procuratore capo Alessandro D’Alessio e il sostituto Luca Primicerio hanno voluto riconoscere: "Per questo reato la pena prevista è l’ergastolo - ha affermato D’Alessio – e Isabella Internò non meriterebbe alcuna attenuante. È lei la responsabile di 35 anni di ritardo nella ricerca della verità, ha tradito la fiducia di Denis, e per salvare l’onore non ha esitato ad abortire e a uccidere Bergamini. Ma oggi è una persona diversa, sono passati 35 anni, per questo chiediamo 23 anni". La ’colpa’ del calciatore e di conseguenza la sua condanna a morte – secondo la procura – è stata quella di aver chiuso la loro relazione e di non averla sposata per salvare l’onore dopo l’aborto di due anni prima. Già, l’aborto nel 1987 e l’interruzione della relazione nell’estate del 1989. Lei non poteva accettarlo, come la stessa Internò confidò sei giorni prima del delitto alla sua amica Tiziana Rota, moglie di un calciatore del Cosenza compagno di squadra di Bergamini. Nella sua requisitoria il pm ha ricordato quel passaggio che Rota ha dichiarato durante il processo: "Mi disse che doveva parlarmi di Denis - ha raccontato Rota e ricordato ieri il pm – che l’aveva lasciata definitivamente...Tizià è un uomo morto, se non torna con me lo faccio ammazzare. Tu non puoi capire, l’onore! Lui mi ha disonorata, ora mi deve sposare. Deve tornare da me o lo faccio ammazzare". E ancora "poi arrivarono i suoi cugini e lei mi disse di stare zitta che se avessero saputo dell’aborto e che mi aveva lasciato lo avrebbero ammazzato". Al termine dell’udienza, ieri, la sorella del calciatore, Donata Bergamini, provata da ore e ore di ricostruzione di 35 anni di dolore e lotta per la verità ha mostrato perplessità: "Una requisitoria bella, che ha messo in luce tutti i dubbi che io e mio padre avevamo fin dall’inizio – ha sottolineato fuori dal palazzo di giustizia – ma che lei sia cambiata proprio no. Anzi forse è peggiorata: è stata zitta allora ed ha continuato oggi. Non è cambiata". Tesi che sosterrà anche il legale che assiste la sorella della vittima, l’avvocato Fabio Anselmo: "Non è cambiata Internò – ha sottolineato – e lo dimostreremo lunedì in aula". Sentenza attesa per il primo ottobre.