Federico Pasquini è ferrarese purosangue, ma da tanti anni ha messo radici a Sassari. È stato tra gli artefici del miracolo cestistico della Dinamo, che da general manager ha portato alla conquista di uno storico scudetto e diversi trofei. Ma Pasquini è un uomo di sport a 360 gradi, che segue con attenzione anche le vicende della Torres che sabato prossimo farà visita alla Spal. "Lavoro a Sassari da tanti anni, ma Ferrara continuo a frequentarla parecchio – sottolinea –. Per esempio in questo momento c’è la sosta del campionato per gli impegni delle nazionali e sono tornato nella mia città".
Da un paio di stagioni la Torres guarda la Spal dall’alto in basso, se l’aspettava?
"Vivono situazioni diverse. La Spal quella tipica di chi scende dalla serie A: se non si riesce a risalire subito, poi si innesca una spirale di negatività che è difficile interrompere. Anche perché le aspettative diventano molto alte: quando giochi contro Cristiano Ronaldo si rischia di perdere di vista la realtà, e se ti va male il primo anno in B col paracadute poi diventa complesso".
La principale responsabilità della crisi di questi anni è del presidente Tacopina?
"Non è facile gestire una società dagli Stati Uniti: viverla a 360 gradi ogni giorno dall’interno è una cosa completamente diversa e fornisce tanti vantaggi. Quando vedo poi che nella Spal si cambiano direttori e allenatori a ripetizione mi viene da pensare che la stabilità sia venuta meno, e l’assenza di risultati ne è la diretta conseguenza".
E la Torres?
"Sta vivendo una situazione opposta. Dopo tanti anni senza solide basi, con la società nelle mani di gente che non la trattava come si deve, finalmente è arrivata una proprietà locale seria che ha riscosso l’entusiasmo di un pubblico appassionato e competente".
Che clima si respira intorno alla squadra di Greco?
"La tifoseria ha grande fiducia in questo gruppo e soprattutto nell’allenatore".
La Sassari sportiva quindi ora non è più solo basket?
"Non siamo gelosi, anzi c’è un forte legame tra i due club. I giocatori della Torres vengono a vedere le partite della Dinamo e viceversa. Avevamo abituato fin troppo bene i tifosi della palla a spicchi: ora stiamo facendo più fatica. Ma Sassari è una città sportiva, e le due realtà possono coesistere".
La Torres ha i mezzi per la B? "Penso di sì. Già la scorsa stagione ci ha provato: è arrivata seconda e poi si è fermata ai playoff. Ora ha più consapevolezza e la società ha l’ambizione di portare la squadra al piano superiore".
È l’ex spallino Greco il collante della Torres?
"È la chiave dei successi della squadra, quello che riesce a tenere insieme tutte le anime della Torres. Mister Greco è davvero bravo, un tecnico autoritario che i tifosi della Spal hanno conosciuto da giocatore".
Il modello Torres, un esempio da imitare per la Spal?
"Sì, dalla programmazione a tanti altri aspetti che mi hanno colpito, a partire dallo sviluppo di un sistema di scouting e analisi davvero all’avanguardia".