Se è vero che non c’è due senza tre, è certo che per Alessandra Mancini non c’è uno senza due. Tornerà infatti, la sua uscita a primavera, Arturo Pareschi, il capitano dei carabinieri di cinquant’anni, che si destreggia tra cadaveri, omicidi e delitti tra le pagine di un libro da leggere tutto d’un fiato. E’, appunto, la seconda avventura dell’ufficiale dell’Arma ’invitato’ a lasciare Roma per le ombre dell’indagine sulla morte di un bambino un caso che ne ha compromesso la carriera, la vita e gli amori. ’Sunt lacrimae rerum’, il titolo del primo libro di Alessandra Mancini e Marco Boni (Forlì, Nolica Edizioni, 2024),
Sunt lacrimae rerum, primo libro dell’Eneide, Virgilio, verso 462. Che tradotto un po’ liberamente suona come la tristezza delle cose, il dolore delle vicende umane. Lacrymae rerum è il titolo di una novella di Verga. Il prossimo libro, ancora un titolo in latino?
"Sì, certo. E anche in questo caso la frase, l’espressione latina sarà strettamente legata alla trama, al senso del libro. Le indagini del capitano Arturo Pareschi, sono certo un giallo da risolvere ma anche uno specchio della vita, un po’ della nostra vita"
Uscirà a primavera. Ci dica alla fine questo titolo
"No, quando sarà in libreria lo saprete. Lasciamo che anche qui ci sia un po’ di suspense"
Almeno qualche accenno. Dove è ambientato?
"Anche questa seconda indagine si svolge a Ferrara, all’ombra del Castello Estense"
La vicenda, ai nostri giorni?
"E’ ambientata nel 2000, ma ci sono molti riferimenti storici. Ovunque vive lo spirito del Rinascimento, periodo che è un’etichetta per Ferrara. Nella nostra città lo si respira nell’aria, nelle strade e nelle piazze. Fa parte un po’ di noi"
Qualche altro dettaglio sul romanzo?
"E’ coinvolta la Chiesa, il Vaticano"
Ci sarà un cadavere tra le pagine?
"Certo, una donna viene assassinata"
Viene trovata nel Castello?
"Di più non dico, aspettiamo primavera".
Mario Bovenzi