Il granchio blu non è solo. Tremila specie aliene. Italia, meta più gettonata: "Un miliardo di danni"

Registriamo in Europa la maggiore invasione di esemplari arrivati da lontano. A Goro e Comacchio un’economia al tappeto per il killer delle vongole.

Il granchio blu non è solo. Tremila specie aliene. Italia, meta più gettonata: "Un miliardo di danni"

Il granchio blu non è solo. Tremila specie aliene. Italia, meta più gettonata: "Un miliardo di danni"

Il granchio blu, che ha invaso ormai da più di un anno le nostre coste facendo man bassa di vongole negli allevamenti di Goro e Comacchio, non soffre più di solitudine. Anzi, possiamo dire che, non sappiamo fino a che punto, sia in buona compagnia. Come dimenticare il lungo elenco di ospiti, soprattutto nel Delta, che non fanno parte delle specie tradizionalmente presenti nella nostra provincia. Così, ormai da anni, nelle campagne fanno compagnia all’agricoltore le nutrie, i gamberi americani hanno infestato i canali. Gambero rosso della Louisiana pescato a secchi e poi, nel giro di una manciata di giorni, rispedito nei canali perché non gradito al palato. La stessa vongola filippina, che ha fatto per anni la fortuna dei pescatori, arriva da altri paesi. Uno dei pochi casi di ’integrazione’ aliena.

Insomma, siamo invasi. Sono, questo dicono gli esperti, oltre 3.000 le specie aliene che minacciano gli ecosistemi italiani, con un costo per l’economia che supera il miliardo. "Si va dai costi di gestione, alla perdita delle produzioni, fino a danni alle infrastrutture", spiega il professor Michele Mistri del Dipartimento di scienze chimiche, farmaceutiche ed agrarie di Unife. Il quadro di queste ’presenze’ è stato tracciato durante il workshop intitolato ‘Biodiversità, specie aliene e cambiamento climatico negli ambienti di transizione’, appuntamento per riflettere e trovare risposte organizzato dal Tecnopolo di Ferrara, dal Laboratorio Terra & Acqua Tech e dalla Società Scientifica LaguNet, all’auditorium di Santa Lucia dell’Università di Ferrara. Non c’è di che stare allegri. "L’Italia – spiega ancora Mistri – per la sua posizione di crocevia al centro del Mediterraneo, è uno dei Paesi più invasi in Europa, con oltre 3.000 specie aliene". Si va dalla cimice asiatica al batterio della Xylella, dal cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni, al punteruolo rosso che ha decimato le palme. "Insomma – sottolinea il professore – sono sempre di più gli ‘alieni’ che hanno un peso notevolissimo su settori economici trainanti del Paese".

Nelle basse acque delle lagune sappiamo tutti cosa è successo, soprattutto i pescatori e le cooperative ittiche una volta forza dell’economia ora a lottare per chiedere aiuti, per andare avanti. Un ricco arcobaleno. Dal granchio blu che sta devastando gli allevamenti di vongole, alla noce di mare che ha ridotto le vongoline nelle nursery naturali, fino alla Musculista, che fino a pochi anni fa tappezzava coi suoi feltri i fondali delle lagune impedendo alle vongole di respirare. "I tassi di invasione non stanno rallentando e ci si aspetta che gli impatti economici siano destinati a crescere", sottolinea l’esperto. Goro annaspa nell’acqua sempre più profonda della crisi, paese stretto nelle tenaglie di quello che da quelle parti chiamano ’mostro’. Che appunto non è solo. La presenza di specie aliene è elevatissima. Oltre il 90% della biomassa macroalgale è costituito da specie aliene, più competitive rispetto alle macroalghe autoctone. Le Gracilarie aliene, alghe rosse ormai predominanti nelle lagune adriatiche, coi loro pigmenti sono in grado di effettuare la fotosintesi quasi al buio. Le acque torbide delle lagune sono per loro ambiente ideale che le avvantaggia rispetto alla flora autoctona. Le specie aliene di invertebrati sono altrettanto abbondanti, arrivando a costituire oltre il 30% della diversità lagunare. L’attività di ricerca condotta a Ferrara ha permesso di identificare 4 specie di invertebrati alieni, 2 anellidi policheti e 2 crostacei, che non erano mai stati avvistati nel Mediterraneo. Se nello spazio non siamo soli – è tutto da dimostrare – nel Delta del Po ormai stanno stretti.

Mario Bovenzi