Come sempre più spesso accade, sono allineatissimi. D’altra parte il problema della rarefazione dei mestieri artigiani è piuttosto sentito da entrambi. Il presidente di Cna Davide Bellotti e il segretario provinciale di Confartigianato, Paolo Cirelli parlano con la consapevolezza di chi questo problema lo vive quotidianamente. Entrambi, nella loro analisi, partono dal fattore culturale.
"Abbiamo – dice Bellotti – un grosso problema di conoscenza dei mestieri artigiani. I giovani faticano a comprenderne le potenzialità, anche in termini remunerativi e di conseguenza spesso orientano i loro percorsi di studi su altro. Ed ecco perché si stanno sempre di più perdendo mestieri antichi e anche strategici, che caratterizzavano in qualche modo il territorio". Una provincia, quella ferrarese, che il vertice di Cna definisce "resiliente e con una grande presenza di imprenditoria – per lo più micro – femminile". Eppure, da noi il dato di scomparsa di imprese artigiane è impietoso. "Il grande nemico da sconfiggere – prosegue – è il pregiudizio. Al giorno d’oggi per approcciare un mestiere artigiano servono grandi competenze, serve formazione e serve capacità di adoperare le tecnologie". Un fattore molto presente nelle realtà produttive e che potrebbe essere adoperato anche come leva di attrattività per le giovani generazioni. "La bottega artigiana – conclude – è un presidio di salvaguardia del territorio, eppure se ne vedono sempre meno anche perché il ricambio generazionale è difficoltoso dato il tasso di denatalità del nostro territorio, la burocrazia continua a essere oppressiva e le chiusure di tante piccole imprese non fanno mai notizia. In realtà, sono migliaia di posti di lavoro che vengono persi". Ed ecco perché Cirelli rilancia sulla necessità di "misure straordinarie per il nostro territorio, come l’attivazione della Zona franca urbana". "Purtroppo – analizza il segretario di Confartigianato – per tanto tempo si sono immaginati i mestieri artigiani come impieghi di serie B. In realtà, ora sempre di più, rappresentano un grande valore per le comunità e per i territori in cui vengono svolti. I giovani, devono acquisire la consapevolezza che è l’intelligenza artigiana a rendere un prodotto unico, irripetibile". Sono le giovani generazioni il ‘tasto dolente’. "L’inverno demografico – riprende – non fa sconti. E con imprese che hanno un’età media alta, si fa fatica a immaginare un futuro roseo senza un cambio di passo".