FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Il cantiere al Castello. Interventi post sisma, in ballo sedici milioni. Lavori per quattro anni

Il progetto prevede opere di restauro, consolidamento e riqualificazione. L’operazione si è resa necessaria per sanare i danni del terremoto. L’assessore Calvano: "Investe la Regione dopo il taglio dei fondi".

Il cantiere al Castello. Interventi post sisma, in ballo  sedici milioni. Lavori per quattro anni

Il Castello Estense rischia di rimanere chiuso per ben quattro anni

Quella della probabile chiusura del Castello per quattro (lunghi) anni è il genere di notizia che non si sa mai come prendere. Da un lato c’è il sollievo per un grande cantiere da oltre sedici milioni di euro che servirà a finanziare il progetto di restauro, consolidamento e riqualificazione funzionale del monumento simbolo della nostra città. Dall’altro c’è un inevitabile impatto sul morale. Immaginatevi la sensazione di camminare per strada senza una scarpa. La chiusura del Castello è una vicenda complessa e travagliata. Sensazioni che emergono plasticamente dalla ricostruzione, del presidente della Provincia Gianni Michele Padovani, delle varie tappe che hanno portato – in questo caso possiamo dirlo: finalmente – ad avere una data orientativa di inizio lavori. Estate 2025.

Il cronoprogramma, come spiega minuziosamente la dirigente della Provincia – rup del maxi piano – Angela Ugatti, "prevede un cantiere di quattro anni". Al momento, le condizioni dell’appalto prevedono che "l’accesso al monumento – prosegue – sia inibito per tutta la durata del cantiere. Ma ci riserviamo di valutare altre proposte che arriveranno eventualmente in sede di aggiudicazione della gara". Oltre che un duro colpo al morale, sarebbe un duro colpo all’economia della filiera turistica. Ma l’inciampo del quadro economico complessivo dell’investimento, che ha rischiato di mandare a monte tutto, arriva da Sud. "Il ministero della Cultura – riprende Padovani – di fatto ha rimodulato il quadro finanziario ‘togliendo’ quattro dei sette milioni che dovevano arrivare. Solo l’interlocuzione con la Regione ha fatto in modo di evitare il blocco del restauro".

E quando si parla di Bilancio, è l’assessore Paolo Calvano che si incarica di chiarire la situazione. "La politica – dice l’amministratore regionale in premessa – serve a risolvere problemi, ma anche a creare opportunità. Quello che si è generato qui, è uno di quei problemi che meritava l’attenzione di tutti i livelli istituzionali. Per cui, a fronte della decisione del governo, abbiamo deciso di investire noi tre milioni di euro (con risorse regionali), mentre la Provincia aggiungerà il milione mancante". Un segnale "di attenzione importante a questa città, che si manifesta a maggior ragione con interventi fondamentali come questo".

Un’operazione – nata per rimediare principalmente ai danni post-sisma – a metà tra l’economico e il culturale. E qui subentra l’assessore regionale Mauro Felicori che coglie l’assist dal collega e rilancia. "Abbiamo aperto la legislatura con un’operazione pressoché analoga per palazzo Massari – così l’assessore – e, ora, la chiudiamo con un piano altrettanto importante per avviare il restauro del Castello. Con questo cantiere noi interveniamo sul cuore pulsante della città: all’esito di questa riqualificazione Ferrara potrà tornare ad avere il suo centro nevralgico. Un monumento che è simbolo della tradizione estense nel mondo e che ha reso questa città un punto di riferimento". Felicori ricorda i temi delle "grandi mostre" di fatto "nate qui, grazie alle intuizioni di chi guidava palazzo Diamanti". Da ultimo, una sottolineatura metodologica e di visione al contempo. "La Regione ha svolto il suo ruolo – chiude Felicori – nel modo in cui intendo l’ente io: accanto alle città, per realizzare progetti strategici". Per i pochi mesi che ci restano prima della chiusura, torniamo a vederlo il Castello. Ne vale sempre la pena.