Il braccio di ferro per gli alberi: "Tensione, ma nessuna violenza. Siamo esasperati e ci provocavano"

Condominio Garibaldi, la versione del residente coinvolto nell’alterco con i proprietari dell’area verde

Il braccio di ferro per gli alberi: "Tensione, ma nessuna violenza. Siamo esasperati e ci provocavano"

Condominio Garibaldi, la versione del residente coinvolto nell’alterco con i proprietari dell’area verde

Si presenta come il "condomino ‘inalberato’", introducendo con un gioco di parole l’ultimo capitolo del lungo braccio di ferro sul parchetto del condominio Garibaldi. In una lunga lettera, l’uomo racconta la propria verità su quanto accaduto mercoledì mattina nel giardinetto conteso, quando il confronto tra proprietari e abitanti contrari all’abbattimento delle piante sarebbe trasceso fino ad aggressioni verbali e fisiche. Ma prima un piccolo riassunto della vicenda. La ‘battaglia’ per gli alberi nasce dalla protesta di una quarantina di residenti del condominio Garibaldi (che si affaccia sulle vie Fiume, Cassoli e Isonzo) a seguito della decisione di Acer di vendere l’area verde a un privato. L’intento dei residenti è quello di "difendere un polmone verde, evitando l’abbattimento delle piante per farne un parcheggio". Operazione che i legali dei proprietari hanno invece definito "pienamente legittima", segnalando l’episodio dell’altro giorno.

Ma veniamo alla versione del residente protagonista dell’alterco. "Il 18 settembre – scrive –, tornando a casa ho notato un gruppo di circa 20-25 persone, tra cui alcuni vicini di casa. Mi sono avvicinato per chiedere aggiornamenti sui lavori, poiché il giorno precedente mi era stato riferito che il responsabile Ufficio verde aveva sospeso tutto per dieci giorni. Visto che i lavori proseguivano, ho cercato di comprendere meglio la situazione. Mentre osservavo gli operai intenti a tagliare gli alberi, un uomo si è piazzato davanti a me, impedendomi la visuale". A quel punto, il condomino si sposta, "ma lui ha fatto lo stesso, continuando a bloccarmi. Ho chiesto se lo stesse facendo apposta, e la sua risposta è stata che non potevo stare lì. Non contento, ha cominciato a urtarmi con la spalla. Questo atteggiamento provocatorio ha scatenato la mia reazione – chiarisce –: l’ho spinto via. Un’altra persona coinvolta è stata una signora, spesso in prima linea nel tentativo di allontanare chiunque si avvicinasse. Tengo a precisare che non è stata mai toccata fisicamente, ma le è stato dato un leggero colpo sul telefono, poiché continuava a puntarlo in faccia per registrare. Trovo inaccettabile che ora si atteggi a vittima, quando non lo è mai stato. Siamo stati ripetutamente provocati e offesi. Ammetto che, da parte nostra, ci sono stati momenti in cui le reazioni non sono state delle più pacate, ma non sono mai state violente", Poi conclude: "Ci troviamo di fronte a una grave ingiustizia. Tutti e tre gli alberi sono stati abbattuti e le promesse di una moratoria sono state disattese. Questo ha esasperato i residenti".

f. m.