FEDERICO MALAVASI
Cronaca

I predoni delle campagne. Rubavano mezzi agricoli e li portavano in Romania. Sgominata la banda

Cinque in manette, gli ultimi tre sono stati catturati nel Paese d’origine. In pochi mesi avevano messo a segno tredici colpi, bottino 800mila euro. Dopo i furti, caricavano i trattori sulle bisarche e li trasportavano oltre confine.

I predoni delle campagne. Rubavano mezzi agricoli e li portavano in Romania. Sgominata la banda

Cinque in manette, gli ultimi tre sono stati catturati nel Paese d’origine. In pochi mesi avevano messo a segno tredici colpi, bottino 800mila euro. Dopo i furti, caricavano i trattori sulle bisarche e li trasportavano oltre confine.

Nell’arco di pochi mesi erano diventati il terrore delle campagne. Tra il maggio del 2022 e il febbraio del 2023, chi aveva trattori o macchinari nei capannoni aziendali dormiva con un occhio solo. A turbare il sonno degli imprenditori di tre province, secondo le indagini dei carabinieri, era una gang composta da cinque romeni tra i 28 e i 38 anni. Un gruppo di specialisti, in grado di scegliere con cura i propri bersagli e di agire senza sbavature, servendosi anche di tecnologie in grado di rendere inutilizzabili i gps dei trattori. Nel giro di poche ore, anche grazie ad accurati sopralluoghi, riuscivano a impossessarsi del macchinario e a trasportarlo al confine. Una volta oltre frontiera, il gioco era fatto. Nel complesso i militari del nucleo investigativo hanno ricostruito ben tredici colpi tra Ferrara, Bologna e Ravenna. Nel nostro territorio sono stati in tutto quattro, tre nel Comacchiese e uno ad Argenta. Nel complesso, la banda aveva arraffato trattori e macchinari per un valore complessivo di oltre ottocentomila euro. Cinque, si diceva, i soggetti finiti nella rete in momenti diversi. Il primo fu arrestato in flagranza all’inizio dell’indagine, a seguito del recupero di due mezzi rubati. Per gli altri è stato necessario attendere qualche mese. Le indagini dei carabinieri, rafforzate dal ritrovamento a Comacchio di una delle macchine utilizzate dal gruppo per i sopralluoghi, hanno permesso di dare un nome e un volto a ognuno dei componenti, che si muovevano indisturbati a cavallo dei tre territori mettendo a segno le loro scorribande.

Gli uomini dell’Arma sono inoltre riusciti a ricostruire nel dettaglio il modus operandi dei predoni. Dopo accurati sopralluoghi, sceglievano le aziende agricole che impiegavano le macchine operatrici più moderne e costose. Una volta pianificata l’azione, rubavano il mezzo e lo caricavano immediatamente su una bisarca, destinazione Romania. Attraverso dei disturbatori di frequenze erano inoltre in grado di ‘oscurare’ i gps dei trattori, rendendoli così irrintracciabili. Uno dei viaggi oltre confine è stato ripreso dalle telecamere alla frontiera di Gorizia, altro elemento risultato decisivo per mettere sotto scacco la banda di predoni.

I risultati dell’attività investigativa hanno portato, a febbraio, alla firma di quattro ordini di custodia cautelare da parte del giudice per le indagini preliminari. Nel frattempo, però, i destinatari erano rientrati in Romania, facendosi di nebbia. Una prima svolta nella caccia all’uomo è arrivata ad agosto, quando uno dei quattro si è concesso una vacanza sulla costiera amalfitana. Ad attenderlo ad Amalfi non c’erano però sole, mare e cene a base di pesce, ma i carabinieri e un paio di manette. Il cerchio è stato finalmente chiuso nelle scorse settimane, con l’emissione di un mandato di arresto europeo. Con la collaborazione della polizia romena è stato quindi possibile rintracciare gli ultimi tre ricercati, tutti arrestati nelle loro città di origine. Ora si trovano in cella in attesa di estradizione.