MARIO BOVENZI
Cronaca

I paladini del territorio: "Canale e cannuccia, così l’acqua dei campi torna di nuovo pura"

Verrà scavato un tratto di un chilometro lungo il quale mettere le piantine "Si ’mangiano’ le sostanze inquinanti prodotte dai concimi agricoli" . Alla regia del progetto, costo mezzo milione, università e consorzio.

I paladini del territorio: "Canale e cannuccia, così l’acqua dei campi torna di nuovo pura"

I paladini del territorio: "Canale e cannuccia, così l’acqua dei campi torna di nuovo pura"

Sportine che la risacca sbatte contro la spiaggia, canali inquinati, acque sempre più torbide per gli scarichi. Un piccolo grande passo contro l’inquinamento dell’oro blu è stato fatto dall’Università di Ferrara che si è mossa a braccetto con il consorzio bonifica di Ferrara, ente che gestisce e tiene viva la rete indrica presieduto da Stefano Calderoni (vicepresidente dell’Anbi), direttore generale Mauro Monti.

Grazie a questo progetto le acque della nostre campagne, a volte fin troppo cariche di nitrati a causa di pratiche agricole intensive con un frequente utilizzo di concimi chimici, non diventeranno fresche e dolci. Ma sicuramente saranno più pulite. Un passo in una battaglia che in questo caso ha come teatro un canale che non c’è ancora, per il momento segnato solo sulla carta, nel cuore e nella mente di chi crede che avere un ambiente pulito sia possibile, che agricoltura possa fare rima con biodiversità.

Uno degli artefici di questo piano è Giuseppe Castaldelli, dipartimento di scienze dell’ambiente dell’ateneo, struttura ormai sempre più coinvolta nelle sfide del territorio, dalla lotta al granchio blu fino allo studio del lupo di pianura. Il canale che verrà si trova a cavallo tra il territorio di Argenta e quello di Comacchio, corso d’acqua che diventerà un laboratorio vivente, una dimostrazione a cielo aperto di come sia possibile eliminare le sostanze inquinanti in modo naturale. A partire dalla cannuccia palustre. Ma facciamo un passo indietro. "L’eutrofizzazione delle acque costiere ha la sua genesi negli anni Ottanta, le mucillagini che vediamo lungo le coste della riviera romagnola sono una forma di eutrofizzazione" spiega il professore. Acque e inquinamento, che nel campo agricolo hanno una manifestazione particolare quella legate ai nitrati. Il ricorso a pratiche agricole intensive con un uso un po’ troppo free di concimi chimici e in una elevata concentrazione di bestiame su superfici ridotte. Lo scenario nelle campagne è un po’ cambiato, ma il problema dei nitrati nelle acque resta. Che fare? Ci sono le tecniche di fitodepurazione. Ed è su queste che facoltà e consorzio si concentrano, tornando in pratica all’antico. Il processo, come la natura ripulisce se stessa, viene studiato, approfondito da Giuseppe Castaldelli e da Marco Bartoli, dell’università di Parma. Il consorzio diventa il braccio operativo, strategico. Si individua un luogo, nella bonifica del Mantello nel territorio di Argenta, attraverso la realizzazione di un canale che porterà fino a Valle Fattibello, quindi alla costa, al mare. Si tratta di una fetta di terra di 5mila ettari, lì verrà realizzato ex novo questo canale, con una lieve inclinazione e la profondità di 30 centimetri. E, uovo di Colombo, verranno messe le cannucce palustri, un depuratore naturale. Quelle che si vedevano così numerose lungo i canali fino a qualche anno fa. Sono loro a ’mangiarsi’ i nitrati, in quello specchio d’acqua che avrà una lunghezza tra uno e due chilometri. Il costo sarà di mezzo milione, il risultato acqua pura come quella che c’era tanti anni fa nei nostri canali. Un test che a cascata potrà essere applicato a tutta la rete della bonifica. A partire dalla cannuccia di palude, nome scientifico Phragmites australis. Tradotto, la chiave di volta del riscatto delle campagne.