ARGENTA
Nel giro di pochi mesi ha subito il secondo tentativo di truffa con la tecnica del "finto carabiniere". E, ancora una volta, ha consentito l’arresto del malvivente di turno da parte di veri militari dell’Arma. Protagonista della vicenda una signora di Argenta che, giovedì, ha ricevuto la telefonata sul numero fisso di casa da parte di un sedicente carabiniere: "Come nell’occasione precedente – racconta la signora – la voce all’altro capo della cornetta mi "ha informato" che mio marito aveva provocato un incidente, in cui aveva investito una donna anziana e che era stato arrestato. E che per il rilascio occorreva una cifra di 7.500 euro". Da lì, la richiesta alla potenziale vittima del numero di cellulare per farla ricontattare da un "avvocato": "Quando sono stata richiamata – prosegue la signora argentana – ho risposto che non avevo tutta quella cifra in casa, ma una somma di circa 1.500 euro ed, eventualmente, un paio di catenine e un orologio di valore da donare a mia figlia per la laurea in Medicina. Nel frattempo, il finto avvocato mi diceva che l’anziana investita si era aggravata e poi deceduta. E per questo sarebbero potuti essere necessari anche più soldi. Una cosa surreale".
La telefonata è andata avanti per quasi un’ora e mezza, con il legale che dettava codici (assolutamente fasulli) che la signora avrebbe dovuto riferire al sedicente carabiniere e spiegato che un ’perito assicurativo’ si sarebbe presentato all’abitazione della signora per il ritiro della somma. Poi, una nuova chiamata dal sedicente carabiniere, volta ad evitare che la potenziale vittima avesse il tempo di chiamare familiari o carabinieri. Ma tra la prima e la seconda telefonata, la signora aveva già prontamente contattato, prima telefonicamente e poi via WhatsApp, il comandante della Stazione dei carabinieri locale che, anche se in quel momento non era in servizio, ha subito interessato i propri collaboratori. Infatti, sul posto sono stati inviati due militari che si sono nascosti in casa, in attesa della visita dell’incaricato. Dopo un’ora di conversazione telefonica della donna coi due interlocutori (i sedicenti maresciallo e avvocato), alla porta di casa si è presentato il ’perito assicurativo’. "L’ho fatto accomodare in cucina. I veri carabinieri, che hanno assistito a tutta la scena, a quel punto sono intervenuti e hanno arrestato il finto perito".
Lo stesso copione di quanto le era accaduto lo scorso aprile, quando a presentarsi alla porta della signora era stata una donna, qualificatasi come collaboratrice dello studio dell’avvocato: "Anche allora avevo contattato i carabinieri che sono intervenuti e l’hanno arrestata, assieme a una complice". Stavolta, a finire nei guai è stato un trentaseienne, "in trasferta" dalla Campania, arrestato per tentata truffa. Dopo una notte nelle camere di sicurezza del comando della Compagnia dei Carabinieri di Portomaggiore, ieri l’uomo è stato accompagnato in Tribunale a Ferrara: il giudice ha convalidato l’arresto dell’uomo e disposto anche l’obbligo di dimora nel luogo di residenza con divieto di uscire dalla propria abitazione durante le ore notturne. L’invito dei carabinieri è di chiamare sempre il "112" non appena si ricevono chiamate sospette.
Valerio Franzoni