Ferrara, 25 febbraio 2024 – Elisa Paesanti posa per la foto di gruppo insieme ai suoi ’ colleghi’ nella sala consiliare. Stringe una pergamena e una bussola che le ha consegnato Maria Marika Bugnoli, sindaco di Goro poco più di 3mila abitanti che fino a qualche anno fa vivevano di pesca.
Poi arrivò il granchio blu a scrivere un’altra storia fatta di disoccupazione e l’incubo di non riuscire ad arrivare a fine mese. Elisa si è diplomata con il massimo dei voti all’istituto di istruzione superiore ’Guido Monaco’ di Pomposa. Con lei ci sono altri 18 ragazzi che hanno tagliato il traguardo del diploma. Nella foto sorridono anche gli insegnanti che li hanno seguiti, da dietro la cattedra, alle medie.
Quel gruppo di giovani, con la loro voglia di cercarsi un futuro, rappresentano l’inversione di tendenza di un trend che aveva fatto finire Goro in testa ad un’amara classifica, quella della fuga dai banchi appena finite le scuole dell’obbligo per andare magari a pescare. Un lavoro assicurato, soldi in tasca già a 17 anni.
Ma arrivò appunto il killer delle vongole e l’orizzonte è improvvisamente mutato. Secondo una ricerca del Sole 24 ore su elaborazione dati Istat del 2023 il paese che si affaccia sulle lagune era il primo per dispersione scolastica a livello regionale, il quinto in tutta Italia.
“Non era certo una bella classifica – sottolinea il primo cittadino –, un dato di cui andare fieri. Abbiamo sempre cercato di spiegare ai giovani quanto sia importante studiare, quanto fondamentale sia la cultura”. Ma davanti alle sirene lucciccanti, un fiume di vongole, una miniera di gusci che portava ricchezza i libri perdevano ogni appeal.
Fino a quest’anno. Elisa Paesanti fa parte di un gruppo di 19 ragazzi che sono andati avanti, che tra libri e quaderni hanno tagliato il traguardo. Fanno parte di quel drappello di giovani che si sono iscritti alle superiori nel 2019, appena terminare le scuole medie.
E che sono andati avanti, fino all’esame. Fino a qualche mese fa non era così. A spiegare cosa succedeva è sempre il sindaco. “Il regolamento per entrare in cooperativa stabilisce che bisogna aspettare i 18 anni – dice –. Un tetto che era stato messo proprio per incentivare i ragazzi a finire la scuola. E loro cosa fanno? Arrivano alla quarta superiore e poi lasciano. Questi ragazzi, un cambiamento di rotto, invece hanno concluso gli studi. E io ne sono fiera, è un orgoglio. Non smetterò mai di ripeterlo, bisogna studiare”.
Ha dato una mano il granchio blu. Senza volere.