Bastano i numeri – peraltro ormai ben noti – per far tremare le vene e i polsi. Perdite produttive fino al 70%. Oltre 6.200 quintali di esemplari pescati e distrutti soltanto nei primo otto mesi dell’anno. Nel 2023 fino a dodici tonnellate raccolte in un solo giorno e quest’anno addirittura il doppio. Insomma, quello aperto dal granchio blu sull’economia delle nostre coste è uno scenario al limite dell’apocalittico. Il punto della situazione è stato delineato ieri mattina in prefettura, durante la prima riunione sul nostro territorio con Enrico Caterino, ex prefetto di Rovigo e ora commissario per l’emergenza granchio blu. Intorno al tavolo, oltre al padrone di casa prefetto Massimo Marchesiello, si sono seduti l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi, i sindaci di Goro e Comacchio Maria Bugnoli e Pierluigi Negri, i rappresentanti delle cooperative di pescatori e il presidente della Provincia Gianni Michele Padovani. "Siamo davanti a una situazione inedita – spiega Caterino al termine della riunione – i cui punti più critici sono sulla costa Ferrarese, in Veneto e in parte del Friuli Venezia Giulia. Quello di oggi è stato un primo incontro, nel quale ci siamo confrontati sulle idee riguardanti cattura e smaltimento del granchio blu, salvaguardia della biodiversità e tutela degli allevamenti di vongole".
Per quanto riguarda le possibili soluzioni, il lavoro della struttura commissariale è ancora agli albori. "Ci sono tante Università che hanno avviato ricerche sul crostaceo – riprende il commissario –, valuteremo quelle che risulteranno utili ai nostri scopi. Il mio compito, con l’aiuto di tutti, è fare sintesi e coordinare per trovare soluzioni". A entrare un po’ più nel dettaglio della situazione e delle possibili azioni per contrastare ‘l’alieno’ è l’assessore Mammi. "Parliamo di perdite produttive enormi tra Goro e Comacchio – premette –, fino al 70%. È un’area che conta 1.700 addetti, che produce il 55% delle vongole a livello nazionale e il 40% a livello europeo. Nel 2023 la Regione ha messo in campo un milione per le imprese. Ora abbiamo un altro milione a bando per lo smaltimento. È previsto un euro e mezzo per ogni chilo di granchio blu raccolto".
Ma le risorse non possono essere l’unico strumento per combattere un nemico che sta spolpando un intero sistema economico. "Lavoriamo sulla raccolta massiva e sullo smaltimento – aggiunge Mammi –. Parallelamente studiamo eventuali altri sbocchi per la commercializzazione. Valutiamo anche come potenziare la protezione degli allevamenti, che finora sta dando risposte inferiori rispetto al danno. Ultimo aspetto, la ricerca di un animale antagonista come potrebbe essere l’orata, il branzino o il polpo", predatori naturali del crostaceo che infesta i nostri mari.
L’ultimo grido di dolore è affidato ai sindaci dei Comuni più colpiti. "A Goro abbiamo 1.200 pescatori, organizzati in cooperative – così Bugnoli –. Da mesi alcune hanno dovuto interrompere l’attività. Altre non arrivano al 30% della produzione degli anni precedenti. Le reti di protezione degli allevamenti sono possibili solo con fondali bassi. Nelle zone più profonde sono inutilizzabili. Bisogna ragionare sullo smaltimento intelligente e sugli sbocchi commerciali". A Comacchio, scandisce Negri, "lottiamo per sopravvivere. L’unica arma che abbiamo per difenderci è pescarlo. Abbiamo 400 famiglie che vivono di questo lavoro. Con l’aiuto di tutti, dobbiamo trovare una soluzione".