CENTO
"Spero di portare a termine il Piano di intervento per il contenimento del granchio blu entro fine novembre, inizio dicembre. Dipende molto dai dati che stiamo acquisendo e da aspetti da chiarire con il mondo scientifico". È questo l’auspicio ribadito dal commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, Enrico Caterino nell’audizione di ieri alla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, cui ha partecipato l’onorevole Mauro Malaguti di Fratelli d’Italia in quanto componente della Commissione stessa. Caterino ha dato conto dell’attività svolta nei tavoli ristretti con rappresentanti delle istituzioni, di associazioni di categoria e consorzi. Un lavoro coadiuvato anche dalle Università di Ferrara, Padova e Venezia e svolto con il supporto di Ispra, Crea e Cnr. Una delle strategie di contrasto individuate riguardano la cattura selettiva, concentrando l’azione sulle femmine del granchio in fase di pre-fecondazione e post-fecondazione. "I primi interventi – riporta l’onorevole Malaguti – sono previsti indicativamente in marzo 2025, periodo in cui le femmine si spostano in mare aperto. La prima fase consiste nell’intercettarle per catturarle prima della deposizione delle larve che, sappiamo, possono arrivare anche a 2 milioni per femmina. La fase successiva comporta una cattura con esche di maschi. A tal fine si stanno studiando, anche in relazione alle esperienze di altri Paesi, attrezzature speciali per la cattura da adottare sulle barche dei pescatori che non impattino sull’ecosistema lagunare".
Si guarda anche alla possibilità di commercializzazione del prodotto, che ha già destato l’interesse di un grosso imprenditore turco e più recentemente di una società dello Sri Lanka, specializzata nella lavorazione del granchio, "dettasi disponibile ad acquistare il pescato senza distinzione di pezzatura o sesso dell’animale. In particolare, sono pregiate le ‘moeche’ che hanno un prezzo di mercato particolarmente alto". Altra strada percorribile resta la diversificazione sulle produzioni nelle zone dei mitili, "si sta pensando alle ostriche, peraltro le nostre particolarmente gustose e quindi competitive con quelle francesi. A tal proposito, nell’ultimo incontro con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida alla Camera di Commercio di Ferrara, dalle cooperative di coltivazione dei mitili è stata avanzata la richiesta di abbassare l’Iva delle ostriche dal 22% in quanto considerate bene di lusso, al 4%, proprio per poter essere competitivi sui mercati internazionali". Il commissario ha poi ricordato che una prima trance dei ristori è già arrivata e una seconda arriverà a breve, "appare però evidente – conclude Malaguti - che i contributi governativi non potranno essere la soluzione unica".
Valerio Franzoni