MARIO BOVENZI
Cronaca

Gli alfieri della carità: "In 11mila tendono la mano. Noi rispondiamo presente"

Il centro Cds distribuisce il carico di aiuti del banco di Imola a 70 associazioni "In questo periodo i prodotti calano ma noi garantiamo sempre l’assistenza" .

Il presidente Fabrizio Fabrizi: «La povertà purtroppo non conosce stagioni Noi siamo al loro fianco tutto l’anno, da Natale fino al deserto di agosto»

Il presidente Fabrizio Fabrizi: «La povertà purtroppo non conosce stagioni Noi siamo al loro fianco tutto l’anno, da Natale fino al deserto di agosto»

Il cuore pulsante, punto nevralgico dal quale si irradiano i rami dell’altruismo, è il Centro di solidarietà carità. Bastano alcuni numeri per far capire il mondo che si cela dietro questo nome. Da lì, dal magazzino al Mof, partono generi alimentari (i bancali arrivano grazie alla collaborazione con il Banco alimentare di Imola) per la rete di associazioni. Sono loro a rifornire 70 gruppi di volontari che a loro volta distribuiscono i prodotti a 11mila persone a Ferrara e provincia. Un esercito che tende la mano, il 50% dei quali vive in città.

Oltre a questo universo ci sono poi le famiglie che seguono loro, parliamo di 250 nuclei si cui si occupa direttamente il Centro presieduto da Fabrizio Fabrizi, vice Massimo Travasoni. Un fiume di aiuti che in questi giorni d’estate rischia di assottigliarsi. "La macchina della distribuzione – spiega Fabrizi – procede a pieno ritmo. In questo periodo, come succede del resto ogni anno, si registra un calo nei quantitativi delle derrate. Ci sono progetti europei e nazionali per la solidarietà che verranno definiti a partire da settembre" Stiamo parlando del Fead, il Fondo di aiuti europei agli indigenti, approvato dalla commissione Europea al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che stanzia milioni per attuare sul territorio nazionale interventi a favore di persone in condizioni di grave emergenza. Tre i capitoli, fornitura di materiale scolastico a ragazzi appartenenti a famiglie disagiate; l’attivazione di mense scolastiche in aree territoriali con forte disagio socio-economico; persone senza dimora e in condizioni di marginalità estrema. Il flusso di aiuti non arriva solo da lì. Una fetta è rappresentata dalle derrate che vengono fornite dalle aziende, fetta che si assottiglia proprio perché in agosto la produttività cala. "Le aziende agroalimentari sono chiuse – interviene Travasoni, per lui l’aiuto agli altri una missione – abbiamo così meno alimenti. Noi viviamo di carità, di quello che le aziende ci danno. Comunque riusciamo sempre a ingegnarci per non far mai venir meno il nostro sostegno. L’assistenza non si ferma mai". L’associazione porta avanti anche un progetto con gli studenti. Spiega Travasoni: "Educhiamo i ragazzi alla solidarietà, alla carità, facciamo capire ai giovani questo valore. Così incontriamo i ragazzi, raccontiamo loro chi siamo, cosa facciamo, li coinvolgiamo nella raccolta dei generi alimentari. Si organizzano, sono proprio loro a raccogliere gli aiuti". Travasoni per una vita ha lavorato in banca, adesso timbra il cartellino nel settore della carità. Quando arrivano da Imola i bancali le associazioni vanno a prendere il carico. "Vengono distribuiti in base alle persone che aiutano, secondo criteri ben precisi. Per quei 250 nuclei, invece andiamo noi. Usiamo anche il passa parola. Chi segnala una famiglia prepara il pacco e lo porta nelle case". Il Comune crede in loro, in particolare l’assessore Cristina Coletti. "Numerose sono le famiglie in condizione di fragilità – le sue parole durante un intervento sul grave fenomeno – anche in fasce di popolazione che prima d’ora non avevano mai avuto esigenze di assistenza. Sosteniamo con convinzione il Centro che da lungo tempo svolge l’encomiabile attività di raccolta e distribuzione di generi alimentari".