Da Fantozzi a Fantoni è un attimo. E in quell’attimo, Gianni Fantoni ci ha messo un libro e uno spettacolo, non celebrando – "non è mica un’agiografia" –, ma piuttosto raccontando Paolo Villaggio, le sue geniali invenzioni, il rapporto di Fantoni con il personaggio Fantozzi, partendo dall’emblema della comicità: l’imitazione. La stessa che ha portato Fantoni su Rai Due, negli anni Novanta. Da quel momento, è nato un racconto biografico e autobiografico, condensato in ‘Operazione Fantozzi’ (Sagoma Editore), preludio dello spettacolo dedicato a Paolo Villaggio, ‘Fantozzi. Una tragedia’, prodotto dal Teatro Nazionale di Genova e pronto a debuttare a fine mese, proprio a Genova (a Ferrara non è ancora previsto), con la regia di Davide Livermore.
Gianni Fantoni, parliamo del libro: ‘Operazione Fantozzi’. Di cosa si tratta?
"Si tratta del racconto di questi ultimi dieci anni della mia vita, passati a realizzare una follia, ovvero la trasposizione teatrale della saga Fantozzi, presa dai primi tre libri scritti da Villaggio. In questo periodo, si parte dal convincere Paolo Villaggio a cedermi i diritti per farlo, con l’iniziale progetto ancora più folle di realizzare un musical, per arrivare finalmente a fare uno spettacolo, non musical, ma comunque sensazionale, che vedrà la luce alla fine di gennaio".
Cosa contiene il racconto?
"È il racconto del perché io mi sia appassionato al mondo di Fantozzi e di Villaggio sin da quando ero ragazzino, ma è anche il racconto delle peripezie per arrivare a questo momento. Non è stato facile, in mezzo c’è stata anche la pandemia…ne è nato un dietro le quinte dello spettacolo. Facendo questo mestiere, a un certo punto mi hanno chiesto di pensare a uno spettacolo nuovo: tra le tante cose che mi sono venute in mente, questa era la sfida più nuova e accattivante. Imito Villaggio da sempre: era scritto nel cielo".
Nel libro ci sono anche altri contributi, quelli di Elisabetta Villaggio e di Fabio Frizzi.
"Sono due introduzioni, due testimonianze di un rapporto diretto con Villaggio. Frizzi è autore delle musiche originali dei primi Fantozzi: da giovane ha conosciuto Villaggio e lo ha frequentato. Elisabetta è la figlia. Ha avuto un occhio particolare su quanto scritto, perché il mio è un racconto di vita vissuta e di testimonianza di come fosse veramente suo padre. Il libro, così come lo spettacolo, non è un’agiografia, non ho indorato la pillola. Elisabetta lo sa ed è stata contenta".
È interessante il titolo dello spettacolo: ‘Fantozzi. Una tragedia’. Come mai tragedia?
"Perché in realtà, analizzando la vera essenza del personaggio di Fantozzi, è veramente una tragedia. Il comico è il tragico visto dall’altro lato. Ci sono dei capisaldi nella struttura del racconto di Villaggio che, a dirla tutta, sono proprio dei classici greci. Sotto la patina di comicità, c’è una tragedia. Fantozzi vive una vita tragicissima: ha una moglie brutta, una figlia orrenda, una vita che non gli piace, è schiavo di tutto. Più tragico di così…".
E perché Paolo Villaggio non ha mai portato Fantozzi a teatro?
"Secondo me non ci ha neanche mai pensato. Il teatro è faticoso, i guadagni sono risicati – e lui aveva ben presente dove fossero i denari. Io forse sono più romantico".