Ferrara, 17 ottobre 2024 – Si chiama ‘Css’ e sta per Carbon capture and storage. Tradotto, più o meno liberamente, “cattura e stocca l’anidride carbonica”. È la decarbonizzazione, obiettivo fissato dall’accordo di Parigi del 2015. Sta marciando con forza in questa direzione la società Snam rete gas Spa di San Donato Milanese. Che ha un traguardo, quello di realizzare la prima infrastruttura operativa in Italia per il trasporto e lo stoccaggio della Co2 nella pianura padana. La nostra provincia sarà coinvolta in maniera preponderante. Un gasdotto di 75 chilometri si snoderà dal petrolchimico, a nord di Ferrara – il tubone inizia nello stabilimento di piazzale Donegani – per arrivare fino a Casalborsetti, nord di Ravenna. La condotta passerà, nella nostra provincia, nei territori dei comuni di Ferrara, Voghiera, Portomaggiore e Argenta. Per arrivare così in Romagna.
“Il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, e la limitazione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, può essere svolto sia contenendo i consumi, sia limitando la componente fossile nei vettori energetici utilizzati (e quindi evitando le emissioni di anidride carbonica), sia catturando la Co2 nelle varie fasi dei processi produttivi”, questa la filosofia di Snam che sta percorrendo la terza strada. Ma l’anidride carbonica, una volta ‘catturarata’, che fine fa? Viene raccolta e trasportata via pipeline verso i siti di stoccaggio, è possibile trasportare Co2 via mare, su rotaia e su gomma. I volumi catturati sono convogliati verso una stazione di compressione che ha il compito di iniettare l’anidride carbonica nei siti di stoccaggio. Si tratta di formazioni geologiche profonde, come i giacimenti esauriti, gli acquiferi salini, le caverne saline. “Il riutilizzo dei giacimenti dismessi – si legga ancora nel progetto – è particolarmente vantaggioso perché permette di utilizzare formazioni geologiche che sono ben conosciute e quindi di prevedere con elevata accuratezza la diffusione dell’anidride carbonica all’interno delle strutture”.
L’impegno di Snam nello sviluppo di iniziative di cattura e stoccaggio di CO2 si concentra attualmente nello sviluppo di Ravenna Ccs, progetto realizzato in partnership con Eni. A regime si prevede il confinamento di 4 milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica nei giacimenti esauriti al largo delle coste ravennati. Il progetto prevede anche un incremento a 16 milioni di tonnellate all’anno, quantitativi che consentirebbero di confinare permanentemente quasi il 50% delle emissioni di Co2 altrimenti non evitabili da parte delle industrie ’hard to abate’, quelle che l’energia la divorano. Come il petrolchimico. Paolo Schiavina, amministratore delegato di Ifm (l’azienda consortile di servizi del Petrolchimico) sottolinea: “Un progetto molto ambizioso, ci vorranno almeno dieci anni”.