
I due sono stati fermati dopo un’operazione congiunta tra carabinieri e polizia
Ferrara, 5 maggio 2023 – Nell’arco di pochi mesi erano diventati l’incubo di negozianti, baristi e ristoratori di mezza città. In due avevano infatti tentato o messo a segno un totale di diciassette colpi. Una scia di crimini alla quale, nel novembre scorso, aveva messo fine un’azione congiunta di polizia e carabinieri. Era stata soprannominata la ‘banda del piccone’ per un raid commesso utilizzando l’utensile da scavo per sfondare una vetrina. I due – un 31enne moldavo e un 33enne ucraino – hanno definito la loro posizione ieri mattina davanti al giudice Sandra Lepore. Entrambi hanno scelto di patteggiare la pena. Il 31enne moldavo (difeso dall’avvocato Denise Mondin) ha chiuso con otto mesi di reclusione, mentre per il 33enne ucraino (avvocato Stefano Forlani) l’accordo è stato raggiunto a un anno e tre mesi.
I due, si diceva, erano accusati a vario titolo di una serie di furti (alcuni a segno altri tentati) commessi tra la primavera e l’estate del 2022 in uffici ed esercizi commerciali della città. A tradirli e a farli finire nella rete delle forze dell’ordine fu una debolezza: furono infatti sorpresi a comprare droga in zona Gad. A confermare i sospetti degli investigatori fu poi il ritrovamento di un berrettino blu indossato da uno dei ladri durante il raid del giugno 2022 all’ufficio postale di viale Krasnodar (azione commessa utilizzando un grosso piccone per spaccare la porta a vetri ma che non fruttò nemmeno un centesimo). Un copricapo utilizzato forse con l’intento di nascondere il viso all’occhio elettronico delle telecamere, ma che alla fine ha sortito l’effetto opposto, diventando la ‘prova del nove’ per incastrarlo.
Da quel primo punto fermo, le indagini permisero di attribuire ai due soggetti numerosi altri colpi (gran parte al moldavo, solo alcuni all’ucraino). Alcuni furono commessi in concorso, altri in solitaria. Il primo è di aprile 2022 in un negozio di parrucchiera: porta di ingresso spaccata e qualche strumento rubato. Tocca poi a una caffetteria, dalla quale sparisce il fondo cassa. Poi a seguire un agriturismo (via soldi e un tablet) e un pub (colpo sfumato dopo vari tentativi di forzare le finestre). E non è ancora tutto. La lista prosegue con una ditta edile, dalla quale viene rubato un trapano, e di nuovo un agriturismo. Poi ancora un ufficio dal quale vengono razziate le monetine dei distributori di bevande, un tentativo sfumato in un bar, una pizzeria, una palestra, un’altra azienda edile e, infine, le Poste di viale Krasnodar.
Da parte degli imputati, a quanto si apprende, c’è stato un tentativo di risarcire le persone offese allo scopo di ottenere una remissione di querela, ma non tutte le offerte sono andate a buon fine. Dopo l’accordo per l’ammontare della pena, ieri il giudice ha emesso la sentenza confermando quanto stabilito tra le parti.