MARIO BOVENZI
Cronaca

Frazioni tra luci e ombre: "Noi, pronti a riaprire la casa del popolo e il bar"

Ravalle, i cittadini fondano un’associazione che gestirà la struttura e il locale "Ha chiuso i battenti con il Covid, non sappiamo dove andare a prendere il caffè".

Frazioni tra luci e ombre: "Noi, pronti a riaprire la casa del popolo e il bar"

Ravalle, i cittadini fondano un’associazione che gestirà la struttura e il locale "Ha chiuso i battenti con il Covid, non sappiamo dove andare a prendere il caffè".

Mentre una bandiera un po’ si ammaina – le poste saranno aperte solo tre giorni alla settimana – ci sono luci che si accendono. Siamo a Ravalle, ombre spesse sull’ufficio dove si va a ritirare la pensione. Sempre a Ravalle, la speranza. Una trentina di cittadini si sono messi attorno al tavolo. Daranno vita ad un’associazione – a breve l’ok allo statuto – che riaprirà la casa del popolo. C’era il Covid, si spense la luce dell’ultimo bar.

Ce la farete?

"Siamo molto fiduciosi", risponde Franco Ferioli Mirandola, 50 anni, che ha fatto un po’ un viaggio a rebours, a ritroso. Ha lasciato la città per andare a vivere a Ravalle. E’ il proprietario di uno dei due ’storici’ barconi fluviali ancora attraccati sul Po. Per anni cooperante internazionale e giornalista indipendente nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania, in Israele.

Le piace abitare in una frazione?

"Sì, Ravalle nonostante tutte le serrande abbassate è un centro dinamico. Anche grazie all’energia che ci mette don Giorgio Lazzarato. Tante le iniziative, abbiamo fatto squadra"

Quanti siete?

"Non siamo pochi, almeno una trentina. Tutti cittadini che vivono a Ravalle. Alcuni sono nati a Ferrara, altri vengono da paesi lontani e abitano qui da anni ormai. Insieme stiamo tentando di aprire la porta della casa del popolo, di quel bar che alla fine era una luce accesa, quattro chiacchiere davanti ad un caffè"

Bene la volontà ma i soldi?

"Puntiamo a forme di autofinanziamento. Se il locale funziona alla fine quei soldi verranno utilizzati per portarlo avanti. Poi possiamo promuovere eventi per raggiungere l’autonomia economia. Noi siamo volontari. Non vogliamo guadagnarci. Vogliamo far tornare a vivere la nostra comunità"

C’è quell’ombra sulle poste?

"Sì, ma abbiamo dimostrato con la manifestazione dell’altro giorno di esserci. In quell’ufficio postale vengono persone da Salvatonica, Poroporana, San Biagio, Diamantina e Casaglia"

Lei ha affrontato la questione Israelo-Palestinese, cosa ne pensa?

"Ho cercato di mantenere sempre un equilibrio di giudizio, un punto di vista imparziale"

Torniamo a Ravalle, l’obiettivo?

"Migliorare la qualità della vita del territorio in cui viviamo, per salvaguardare le conquiste sociali e per valorizzare il patrimonio storico, umano ed ambientale della nostra comunità"

Come la casa del popolo

"Certo, un caffè preso al tavolino con gli amici fa paese".