FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Fiera, si va in Appello. Mazzette, la procura impugna la sentenza per Zanardi e Scavuzzo

Dopo l’atto formalizzato per Parisini, stessa scelta per altri due imputati. Restano fuori l’imprenditore Rollo e l’ex direttrice dell’ente Arlotti. Al centro l’attendibilità dell’ex pentito. Si attende la data dell’udienza.

Fiera, si va in Appello. Mazzette, la procura impugna la sentenza per Zanardi e Scavuzzo

Fiera, si va in Appello. Mazzette, la procura impugna la sentenza per Zanardi e Scavuzzo

La procura è pronta per giocare il secondo round giudiziario sulla vicenda delle presunte mazzette in Fiera. Lette le motivazioni con le quali il gup Carlo Negri aveva assolto quattro imputati in abbreviato e prosciolto uno in udienza preliminare, il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ha depositato l’atto di appello. In realtà, l’impugnazione del verdetto di primo grado sembrerebbe non riguardare tutti e cinque i precedenti imputati. Davanti ai giudici bolognesi, la procura sembra infatti volersi concentrare soltanto su tre, i principali. Stiamo parlando degli ex presidenti Filippo Parisini e Nicola Zanardi (difesi dagli avvocati Claudio Maruzzi e Marco Linguerri) e dell’imprenditore ed ex collaboratore giustizia Pietro Scavuzzo (avvocato Elisabetta Marchetti), ‘grande accusatore’ e soggetto dal quale è partita tutta l’inchiesta che ha interessato la gestione dell’ente fieristico. Il pm non sembra invece intenzionato a proseguire in secondo grado per gli ultimi due imputati, l’imprenditore Angelo Rollo e l’ex direttrice Giorgina Arlotti.

Per Parisini l’atto di appello era già stato depositato in quanto prevedeva tempi più stretti trattandosi il suo di un proscioglimento a seguito della discussione di un’udienza preliminare. Nei giorni scorsi è stato infine formalizzato l’analogo documento per Zanardi e Scavuzzo, entrambi assolti in abbreviato e quindi con tempi tecnici più dilatati per presentare appello. Per qanto riguarda l’impugnanzione per la posizione di Parisini (ed è ragionevole aspettarsi che le conclusioni siano simili anche per gli altri due imputati), le considerazioni del pm ruotano principalmente intorno alla credibilità di Scavuzzo. Attendibilità, lo ricordiamo, demolita dalle conclusioni del giudice dell’udienza preliminare. Secondo il tribunale, infatti, l’imprenditore avrebbe agito per vendetta nei confronti dei vertici della fiera che lo avrebbero estromesso dal giro d’affari. Per rivalsa avrebbe dunque raccontato di un presunto giro di tangenti per l’esclusiva sugli allestimenti, di nero e ‘creste’ sui biglietti di ingresso, sui ricavati del bar e sui tagliandi per i parcheggi. Un ‘sistema’ che, si diceva, in marzo il tribunale ha smontato prosciogliendo Parisini e assolvendo tutti gli altri imputati.

Secondo la procura, invece, l’innegabile volontà di rivalsa da parte di Scavuzzo non basterebbe ad annullarne la credibilità. Discorso analogo per l’atteggiamento ambivalente nei confronti dei vertici sottolineato dal giudice. Un comportamento che, secondo la pubblica accusa, non andrebbe valutato a sfavore dell’attendibilità dell’imprenditore in quanto, per raccogliere elementi sulla colpevolezza degli altri protagonisti, sarebbe stato necessario mantenere atteggiamenti amichevoli. Riguardo alla modalità di esporre i fatti, la procura evidenzia infine come l’ex collaboratore di giustizia racconti senza inutili fronzoli, senza ricostruzioni opportunistiche e senza seguire un canovaccio. Ora non resta che attendere la fissazione dell’udienza.