E’ accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e di lesioni aggravate nei confronti di un carabiniere impegnato nella perquisizione del suo appartamento. Ieri mattina c’è stata l’udienza preliminare davanti al giudice Carlo Negri che ha accolto la richiesta della difesa – avvocato Ghira Masi – del giovane imputato comacchiese di 25 anni finito nei guai, della messa alla prova. Prima, però, ci dovrà essere l’accordo sul risarcimento alla militare dell’Arma che all’epoca riportò lesioni giudicate guaribile in quindici giorni, assistita in giudizio dall’avvocato Denis Lovison (foto). L’episodio risale ormai a quasi quattro anni fa, la fine di marzo, quando i carabinieri entrarono nell’appartamento dell’imputato per una perquisizione, seguita al monitoraggio della presunta attività di spaccio del giovane.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, la militare dell’Arma fu spintonata violentemente dall’imputato contro una porta, mentre era impegnata a perlustrare l’appartamento, causandole contusioni al braccio.
Il venticinquenne era finito sotto indagini per la sua attività di cessione di deroga, del tipo, marijuana, a dieci euro a dose, anche ad alcuni minorenni. Attività che gli è valso una denuncia sfociata poi nelle indagini e successiva richiesta di rinvio a giudicio da parte del pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Ciro Alberto Savino. Il giovane è accusato di avere fornito la sostanza stupefacente al minore con una cadenza di tre vole alla settimana. Alla prossima udienza, trovato l’accordo risarcitori, il giudice stabilità la modalità di messa alla prova.
cri.ru.