Boldrini *Gentile Bendin, ho letto il suo intervento sull’esclusione di Ferrara dalla nuova Giunta Regionale. Su molti aspetti mi trova d’accordo, come sul fatto che il nostro è un territorio difficile, che non fa squadra. Punto questo che ha reso spesso difficili le stesse battaglie parlamentari. Lei si chiede che peso ha avuto Ferrara quando ha espresso 9 parlamentari e 2 ministri. In realtà non sappiamo che peso avrebbe avuto se non avesse avuto i 9 parlamentari e i 2 ministri.
Io rispondo per me, che alla Camera e al Senato sono stata 7 anni e pur occupandomi prevalentemente di sanità nazionale, dove i risultati sono stati tanti, mi sono battuta per il territorio rispondendo ai vari appelli. Alcuni esempi? La difesa dell’autonomia della Camera di Commercio, portata avanti utilizzando tutti gli strumenti nella disponibilità di un parlamentare, per tardare la fusione con Ravenna; il Petrolchimico, in crisi per la chiusura del cracking di Porto Marghera, per cui ho chiesto e ottenuto il tavolo al Mise per richiamare Eni a responsabilità, organizzando anche un incontro in Prefettura; il mantenimento dei fondi in scadenza per il terremoto; le varie istanze per la VM di Cento e tanto altro.
Siamo riusciti a tenere i fari accesi su un territorio fragile, i cui ‘feudi’ rendono spesso difficile portare avanti istanze in un’alternanza di Governi che ha sempre impedito la programmazione, costringendoci a ricominciare ogni volta daccapo, con nuovi Ministri. I parlamentari non sono onnipotenti, ma il mio impegno è stato massimo. Condivido che oggi la situazione è particolarmente delicata e anche il Pd deve farsi doverose domande. Perché se per due volte si è perso il Comune capoluogo e altri in provincia, se non si è candidato nessuno per la Presidenza della Provincia, se non ci sono rappresentanti del Pd in Parlamento, se Ferrara è esclusa dalla Giunta regionale, c’è un problema, anche, di autorevolezza e credibilità.
Negare le divisioni in nome del ‘volemose bene’, come lei scrive, significa edulcorare la realtà. Le divergenze ci sono in ogni partito, in ogni famiglia, in ogni consesso, anche nella maggioranza di governo, ma è necessario stopparle per l’interesse comune, così da non cadere nelle rivendicazioni personali. Dovremmo ripartire da qui, per riconoscerci in una rinnovata comunità politica con obiettivi comuni, sostanziando di significato le parole.
* delegata Nazionale Pd Medicina di Genere e già Vice Presidente Commissione Sanità in Senato