Vercelli, finale 2023 del campionato italiano di spada. Mancano 17 secondi al termine del match che, oltre al titolo nelle mani della vincitrice, dà la possibilità di accedere direttamente ai successivi Europei di Budapest. Gaia Traditi, schermitrice professionista, si trova in vantaggio: 12 a 9 su Emilia Rossatti, schermitrice ferrarese. Il titolo è in pugno, quando un movimento sbagliato la porta a infortunarsi. Rossatti potrebbe approfittare: accogliere il destino, una buona ventura che per altri è sventura, e con pochi colpi recuperare. Magari vincere. Sarebbe salita agli onori della cronaca? Forse no. Al massimo, qualche articolo locale, nulla di più. Ma non va così. Quando si accorge della situazione, Rossatti è la prima a soccorrere l’avversaria. Poi si rivolge all’allenatore. Un colloquio di pochi minuti. La decisione è presa: "Sia io che il mio allenatore abbiamo optato per non tirare, ci sembrava la cosa più giusta da fare".
Emilia si ferma, fa trascorrere i 17 secondi; Gaia vince. Tutti iniziano a parlare di quella gara. Oggi, a più di un anno di distanza, la narrazione non si è fermata: le scuole chiamano ancora Emilia Rossatti e il suo allenatore, Riccardo Schiavina, a raccontare quell’avventura. È quanto successo ieri all’Istituto Einaudi, che li ha inseriti nel ciclo di conferenze ‘Apertamente: l’officina del sapere’, organizzando con gli studenti un incontro dal titolo ‘I valori dello sport attraverso la scherma’. L’evento era tutto fuorché frontale. Schiavina, che è un’altra grande eccellenza ferrarese della scherma (vicecampione italiano di spada, campione del mondo Under 20, oggi tecnico nazionale di II livello), ha spronato ragazze e ragazzi a condividere le proprie esperienze, partendo dalla sua. "Oggi dovremmo parlare dei valori dello sport tramite la scherma, ma noi vorremmo trasferirvi valori propri di ogni sport", dice rivolto alla platea. Nella sua traiettoria, a un certo punto, Schiavina incontra Emilia Rossatti. "Abbiamo iniziato a lavorare insieme circa 8 anni fa – racconta la schermitrice –. Con lui ho iniziato un percorso schermistico e mentale. In questo sport, c’è una fase in cui bisogna metterci la testa, perché i momenti negativi si alternano spesso a quelli positivi", che a tratti possono diventare esaltanti.
"Uno dei miei periodi di spicco è stato lo scorso anno". La finale di cui abbiamo scritto in apertura: "Ho fatto questo gesto di fairplay e sono fiera di averlo fatto, accettando la possibilità di non essere poi selezionata per i campionati europei (l’hanno comunque selezionata, ndr)". Nel loro racconto all’Einaudi, Rossatti e Schiavina hanno toccati vari temi, intervistando a loro volta gli studenti: dal ruolo del fairplay al rispetto dell’arbitro, dall’importanza di avere un team affiatato al proprio fianco fino ("le vittorie non si costruiscono da soli") alla difficoltà di conciliare studio e sport. Ne è nata una lezione collettiva, anche per i docenti.
"Quando ero studentessa al liceo – confessa Rossatti – ho trovato un corpo docenti che mi remava contro. Mi dicevano di portarmi i libri durante le trasferte, non è stato semplice. Alla fine, se si stringono i denti, ce la si fa: il sacrificio paga. È un bell’insegnamento". "Sono orgoglioso di lei – chiosa l’allenatore –. Prima come donna, poi come atleta".